"L'impegno dell'Ue a non lasciare indietro nessuno, rafforzando la resilienza e l'attrattiva delle regioni che subiscono questo spopolamento, va nella direzione di non disperdere il patrimonio di generazioni intere che hanno investito tempo e denaro nella loro formazione nel loro paese d'origine", spiega l'eurodeputato.
"In questo quadro il meccanismo di incentivazione dei talenti pensato dalla Commissione, deve puntare a programmi specifici per le regioni interessate a migliorare l'accessibilità al mondo del lavoro, scoraggiando un approccio piatto, finalizzato a forme di assistenzialismo di stato, e puntando ad un nuovo dinamismo occupazionale in grado di sconfiggere il fenomeno della transizione demografica e della conseguente 'fughe di talenti'", evidenzia Nesci.
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