La State Street Bank International ha esercitato, fino al 5 luglio 2015, la sua attività in Italia per mezzo di una banca autonoma, State Street Bank. Dal 6 luglio 2015, in seguito all'incorporazione di quest'ultima, la State Street Bank International ha continuato ad esercitare la sua attività sul territorio italiano per mezzo di una succursale. E si è rifiutata di versare il contributo al Fondo di Risoluzione ritenendo che il suo nuovo status la esentasse.
L'avvocato ha invece concluso che il "cambiamento di status" non incide sugli obblighi contributivi ordinari della banca, ma semmai su quelli straordinari, che non sono prevedibili.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA