BRUXELLES - Il gruppo di esperti Ue che ha contribuito a costruire la classificazione delle attività verdi (la tassonomia) si prepara a bocciare la bozza di regolamento che stabilisce le condizioni alle quali gas naturale e nucleare possano essere considerati attività "verdi". Secondo la bozza di un documento che sarà inviato alla Commissione europea e di cui ANSA ha potuto prendere visione, gli esperti della piattaforma per la finanza sostenibile dicono un no secco al nucleare, e indicano che il gas potrebbe rientrare solo a condizione di un radicale abbattimento delle emissioni.
Il no al nucleare deriva dal fatto che pur avendo emissioni pari quasi a zero non rispetta il principio cardine del "non nuocere significativamente" agli altri gruppi di attività individuate dalla tassonomia (protezione delle risorse idriche e marine, transizione verso un'economia circolare, prevenzione e controllo dell'inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi). Gli esperti sottolineano poi che è vero che il gas emette meno del carbone, ma non può essere considerato un'attività sostenibile e allineata agli obiettivi dell'Accordo di Parigi a meno di un abbattimento più che sostanziale delle emissioni, con un tetto a 100 grammi di CO2 per Kilowattora. Nel documento si boccia quindi la proposta della Commissione di riconoscere la patente verde sia ai nuovi impianti entro il 2030 con emissioni inferiori a 270 g CO2e/kWh, che a quelli usati per i picchi di domanda, con emissioni medie annue che non superino 550 kg CO2e/kW in 20 anni.
Nessuna etichetta "verde" al nucleare e al gas. E' anche la posizione dei ministri dell'energia di Austria, Danimarca, Lussemburgo e Spagna ribadita in una lettera pubblicata nella tarda serata di ieri, alla vigilia della riunione informale dei ministri Ue con delega all'Energia convocata dalla presidenza francese del Consiglio Ue, oggi e domani ad Amiens. Stasera la Commissione europea chiuderà la consultazione sul regolamento avviata il 31 dicembre. L'adozione è prevista nelle prossime settimane.
Gas e nucleare non sono ufficialmente nell'agenda del summit di Amiens, ma i ministri dei quattro Paesi rilanciano le critiche già espresse pubblicamente nei giorni scorsi: il regolamento che prevede i requisiti necessari per le attività legate alle due fonti di energia affinché siano considerate utili alla transizione energetica, "è un passo indietro". Così il testo della Commissione - si legge nella lettera - "invia un pessimo segnale ai mercati finanziari", "rischia di essere respinto dagli investitori e di bloccare per decenni" il progresso delle tecnologie pulite, "deviando gli investimenti necessari alle rinnovabili".
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