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Palestina all'Ue, "cessate il fuoco e sanzioni a Netanyahu"

Palestina all'Ue, "cessate il fuoco e sanzioni a Netanyahu"

Il ministro al-Malki: "Rifiuta i due Stati e distrugge la pace"

22 gennaio 2024, 17:02

Redazione ANSA

ANSACheck

Palestina all 'Ue, "cessate il fuoco e sanzioni a Netanyahu" - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - "Sono venuto qui per dire ai miei colleghi Ue che l'azione più importante da intraprendere è il cessate il fuoco. Dobbiamo chiedere collettivamente un cessate il fuoco, non possiamo accettare niente di meno né avere esitazioni. Ogni giorno che mostriamo esitazione vengono uccisi innocenti - donne, bambini, anziani - e questo è inaccettabile". Lo dice il ministro degli Esteri dell'Anp Riyad Al-Malki a Bruxelles aggiungendo di aspettarsi una condanna delle dichiarazioni di Netanyahu che "rifiuta la soluzione a due Stati" e "sanzioni" contro lo stesso Netanyahu e quanti "stanno distruggendo le possibilità di una pace in Medio Oriente"

"Sono venuto qui per incontrare i ministri degli Esteri dell'Ue e discutere di due cose: riportare a casa gli ostaggi quanto prima, compreso un bimbo e quattro donne, e chiedere il sostegno contro Hamas, perché dobbiamo tornare ad avere sicurezza. I nostri coraggiosi soldati combattono per questo". Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz a Bruxelles dove partecipa al Consiglio Affari Esteri. 

Entrando al Consiglio, anche la ministra degli Esteri del Belgio Hadja Lahbib si è espressa"a nome del Belgio e della presidenza dell'Ue il messaggio che oggi porterò è chiaro: noi chiediamo un cessate iul fuoco immediato. la liberazione degli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al processo di pace che deve portare alla creazione dei due Stati".  "C'è un chiaro rischio di regionalizzazione del conflitto. Serve che la violenza cessi anche in Cisgiordania. Ci auguriamo di poter organizzare a Bruxelles, in un futuro più o meno prossimo, una conferenza di pace che possa veramente rilanciare il dialogo politico", ha sottolineato. 

"Ci aspettiamo che l'Ue chieda un cessate il fuoco e lavori con noi per raggiungere un piano concreto per la soluzione a due stati, il momento è ora". Lo ha detto Ayman Hussein Abdullah Al Safadi, ministro degli Esteri giordano. "Israele con la sua politica sta condannando la regione ad anni di conflitto: il mondo è per la soluzione a due stati e Israele sta sfidando la comunità internazionale, è ora di prendere delle misure, la pace va imposta", ha aggiunto. "Israele sta indebolendo la soluzione dei due Stati. L'unico modo per garantire la sicurezza per tutti e' la soluzione a due Stati.Il governo israeliano ha detto no, e così sta sfidando l'ordine internazionale", ha aggiunto il ministro degli Esteri della Giordania, presente a Bruxelles assieme al suo omologo egiziano, al ministro degli Esteri saudita e ai titolari della diplomazia israeliano e palestinese. 

"Spero che nei prossimi giorni arriveranno le sanzioni per i coloni israeliani violenti in Cisgiordania. Le parole del premier Benjamin Netanyahu sulla soluzione a due Stati sono inquietanti: serve la creazione di uno Stato palestinese con garanzie di sicurezza per tutti". Lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourné, a Bruxelles. 

"Se Israele non è al tavolo della pace non ha senso organizzare una grande conferenza". Lo ha detto il ministro degli Esteri del Lussemburgo Xavier Bettel. "Il piano presentato da Borrell va nelle giusta direzione". 

Per l'Ungheria, in merito alla discussione sul conflitto in Medio Oriente si è espresso su Facebook il capo della diplomazia Peter Szijjarto."Il successo delle operazioni antiterrorismo non è solo nell'interesse di Israele, ma anche nell'interesse globale. Dobbiamo fare in modo che in nessuna parte del mondo, mai più, si verifichi un attacco terroristico come quello che ha colpito Israele all'inizio di ottobre". 

La Linea difensiva che i Paesi Baltici intendono costruire sul limes russo e bielorusso è un "messaggio politico" a Ue e Nato. Lo ha detto il ministro degli Esteri Lituano Gabrielius Landsbergis. "Sentiamo la guerra vicino a noi, se l'Ucraina non fermerà la Russia noi possiamo essere i prossimi, dunque dobbiamo essere pronti, in tutta Europa", ha aggiunto precisando che ai colleghi del Consiglio ricorderà che la guerra in Ucraina è "esistenziale" per l'Ue. "Dobbiamo giungere a una soluzione europea per gli appalti comuni nella difesa, che oggi servono all'Ucraina ma un giorno potranno servire a noi". Per quanto riguarda la crisi in Medio Oriente, il ministro ricorda che l'Ue è "l'attore geopolitico più vicino alla crisi e dunque dobbiamo essere seri se vogliamo essere presi sul serio". 

Sull'Ucraina si è espresso anche il ministro degli Esteri lettone Krišjānis Kariņš che ha detto, "è preoccupante che non siamo ancora arrivati a una decisione" sullo stanziamento da 20 miliardi dall'European Peace Facility per l'Ucraina, "ma credo che ci arriveremo la prossima settimana, quando i Primi Ministri si riuniranno". "È nel nostro stesso interesse" giungere a una decisione, perché "qualsiasi ritardo sarà semplicemente più costoso per l'Europa, non solo per le vite ucraine, ma anche per l'Europa", ha aggiunto. "Se non aiutiamo l'Ucraina a fermare la Russia ora, sarà ancora più costoso per noi in seguito, perché la Russia non si fermerà, può solo essere fermata: è nel nostro potere" farlo, ha concluso.

Altro tema di questo consiglio è stata la missione nel Mar Rosso. "Quanto sta accadendo nell'area del Mar Rosso è strettamente legato alla guerra in Medio Oriente. Quindi a meno che non si trovi una soluzione" e a due stati e che "non venga negoziata una pace per il Medio Oriente, avremo problemi nella regione a lungo termine". Lo ha detto la ministra degli Esteri finlandese, Elina Valtonen, arrivando al Consiglio Esteri. "È fondamentale chiedere un cessate il fuoco umanitario immediato" ha spiegato, aggiungendo che "le sofferenze umanitarie a Gaza vanno oltre la nostra comprensione". "Dobbiamo trovare le modalità per cui il cessate il fuoco umanitario possa portare a un cessate il fuoco più duraturo e per entrambe le parti, in modo che ci possa essere spazio per una soluzione negoziata a due Stati", ha aggiunto.

"L'Unione europea è unita nella determinazione a garantire la sicurezza nel Mar Rosso e a respingere gli attacchi indiscriminati degli Houthi". Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, arrivando al Consiglio Esteri. "Gli Houthi dello Yemen attaccano quasi quotidianamente navi del tutto estranee al Mar Rosso, colpendo così una delle arterie centrali della libera navigazione e quindi anche del commercio mondiale" ha spiegato, sottolineando l'importanza per l'Ue di "lanciare congiuntamente un'operazione per il Mar Rosso". "Così facendo - ha detto - dimostriamo che l'Ue è in grado di agire e che è un partner affidabile per il diritto internazionale". Soffermandosi sul conflitto israelo-palestinese, la ministra ha ribadito il fatto che la "soluzione a due Stati è l'unica soluzione", aggiungendo che "tutti coloro che non ne vogliono sapere hanno finora fallito nel proporre qualsiasi altra alternativa". "Il popolo di Israele e l'intera regione non potranno vivere in pace se non si porrà fine al terrore di Hamas. Per raggiungere la sicurezza non solo per il popolo israeliano, ma anche per i palestinesi, è essenziale che la rete di sostegno finanziario di Hamas venga finalmente smantellata" ha aggiunto Baerbock, ricordando le sanzioni contro alcuni leader di Hamas approvate nei giorni scorsi dall'Ue. La ministra ha ribadito, infine, "l'urgente bisogno di pause umanitarie per alleviare la situazione a Gaza" e per "poter finalmente liberare gli ostaggi che sono ancora nelle mani di Hamas". 

"L'idea di un monitoraggio e di una sorveglianza da parte dell'Ue è ragionevole", per questo "sosterremo" la missione navale europea nel Mar Rosso, "in termini di autodifesa e di difesa del personale europeo e degli Stati membri" e a tutela delle catene di approvvigionamento. Lo ha detto il ministro degli Esteri irlandese Micheál Martin, al Consiglio Esteri. "In situazioni come questa, quando il commercio e le catene di approvvigionamento vengono interrotti da violenti attacchi alle navi" ciò che ne consegue "è che i più poveri soffrono", ha spiegato il ministro, aggiungendo tuttavia che l'Irlanda non parteciperà alla missione. 

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