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Meno di un terzo degli addetti alla pesca nel Mediterraneo sono donne

Commissione Fao punta a aumentare lavoro femminile nel settore

NAPOLI, 12 marzo 2024, 11:51

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Le donne costituiscono meno di un terzo dei lavoratori nella pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero. E' quanto emerge dal nuovo studio "Donne nella pesca nella regione del Mediterraneo e del Mar Nero: ruoli, sfide e opportunità", pubblicato dalla Commissione Generale sulla Pesca nel Mediterraneo (Gfcm), organizzazione internazionale del Fao, che comprende 23 Paesi dell'area Med.

I dati confermano che questi settori ancora hanno una stima bassa sul contributo che le donne possono dare alle comunità economiche della pesca. Lo studio punta a dirigere il settore verso una equità sessuale nella pesca, aprendo un dibattito sul tema. La piena integrazione delle competenze femminili porta a un miglioramento delle loro vite nelle zone costiere. Le donne danno anche un contributo al settore ad esempio lavando le reti, fattori che però non vengono compresi nelle statistiche di lavoro nella pesca, rendendo il loro contributo invisibile, ma l'obiettivo dei ricercatori è di vederle perfettamente integrate nella rete. "Per trovare problemi nel settore bisogna integrare le donne e gli uomini, perché hanno delle conoscenze differenti che possono unirli perfettamente nel lavoro", spiega uno degli esperti.

Il volume parte dallo studio delle capacità delle donne nel Mediterraneo con interviste a lavoratori di cinque diversi Paesi, da pescatori a manager del settore, a ricercatori che hanno parlato delle loro esperienze lavorative, aprendo strade di indagini dei ricercatori che hanno trovato i necessari passi da compiere sul miglioramento necessario delle condizioni di lavoro delle donne nella pesca, che rende anche più sostenibile la prosperità sociale ed economica delle comunità di pescatori.

Le donne hanno il 38% nei posti di lavoro del post raccolto del pesce catturato, mentre nei settori della pesca vera prendono il 16% dei posti nella preparazione e il 10% negli atti della pesca. Gli studio della Gfcm partono dal cancellare i pregiudizi che ci sono sulle donne nel settore da parte degli uomini, aiutando anche l'organizzazione di associazioni per aiutarle nell'entrare in programmi di uso dell'attrezzatura. "Serve ancora del tempo - spiega una delle pescatrici del Mediterraneo nello studio - alle nostre genti, alle nostre famiglie, per capire la natura del nostro lavoro e i rischi e le difficoltà che affrontiamo. C'è un bisogno di consapevolezza che deve aumentare. Noi siamo molto appassionate del nostro lavoro, vogliamo continuare i progressi sul campo e raggiungere una stabiità lavorativa per poter affermare i nostri diritti di far parte del settore".

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