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'Architetture Italiane a Tunisi' per valorizzare un patrimonio

Una mostra fotografica curata da Quattrocchi e Queto

TUNISI, 04 ottobre 2023, 16:24

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nell'ambito di "Matabbia", evento multidisciplinare ideato per celebrare i legami tra Sicilia e Tunisia, con tre giornate dedicate a memoria e cultura condivise, particolare attenzione è stata riservata al tema dell'importante contributo italiano all'architettura della Tunisia. Lo dimostra la qualità della mostra fotografica "Architetture Italiane a Tunisi", a cura di Luca Quattrocchi dell'Università di Siena e Maria Grazia Queto della Dante Alighieri di Tunisi, inaugurata proprio nel giorno di apertura della manifestazione.

L'esposizione ha l'obiettivo di far conoscere l'importante patrimonio architettonico della città di Tunisi, svelando al pubblico edifici e dettagli decorativi talvolta poco conosciuti o scomparsi, realizzati da architetti e maestranze italiane ma anche di documentare il degrado in cui versano attualmente molte di quelle preziose costruzioni, alcune delle quali corrono il rischio reale di essere demolite.

Le 70 foto scattate nell'arco di trent'anni sono un mezzo importantissimo per conoscere l'unicità dell'opera di architetti e ingegneri italiani ma anche degli artisti decoratori e degli artigiani (scultori, plasticatori, marmisti, mosaicisti, ebanisti, fabbri esperti nelle tecniche del ferro battuto, pavimentatori), e soprattutto per comprendere quanta influenza hanno avuto sull'architettura tunisina. Gli autori della mostra si sono concentrati in particolar modo sul contributo dei siciliani, che tra fine XIX e prima metà del XX secolo si sono distinti come architetti, costruttori, decoratori e fabbri, lasciandoci degli ottimi esempi di Art Nouveau e Art Déco dai tratti molto originali.

Architetti e imprenditori siciliani hanno sperimentato anche stili locali, come dimostrano ad esempio i lavori di ampliamento della porta della città vecchia, Bab El Khadra, eseguiti dall'imprenditore Giuseppe di Vittorio. L'alta qualità nell'esecuzione dei lavori, delle imprese italiane era tale che furono sempre considerati maestri indiscussi nell'edilizia tunisina. I lavori fotografici dei due autori, frutto di anni di ricerche sul campo, si sono perfettamente integrati con l'obiettivo di mostrare la personalità originale degli edifici di fattura italiana, da secoli parte integrante di Tunisi, che non sono limitati ad alcuni quartieri come si potrebbe pensare, ma capillarmente presenti in tutte le aree della città, compresa la parte storica della Medina.

Le fotografie della mostra, andranno poi ad integrare l'"Archivio delle Memorie Italiane di Tunisia", con l'intento di costituire un archivio d'immagini il più possibile esaustivo, supporto necessario per un lavoro sulla memoria della collettività, non solo italiana e siciliana, ma anche e soprattutto tunisina, affinché quest'ultima possa percepire questi edifici parte della propria identità. "Ci si augura che attività come questa possano sollecitare l'interesse dei cittadini e delle istituzioni sul tema della salvaguardia del ricchissimo patrimonio architettonico dei secoli XIX e XX. Salvaguardare gli edifici significa preservare anche il ricchissimo patrimonio immateriale di saperi tecnici e di memoria condivisi tra Tunisia e Italia, due paesi da sempre legati da una storia scambi e condivisione", hanno sottolineato i due autori. Luca Quattrocchi, professore di storia dell'arte contemporanea all'università di Siena è stato il primo ricercatore a studiare e far conoscere Art Nouveau e Art Déco tunisine. Le sue ricerche d'archivio e sul terreno, iniziate negli anni ï90, sono tuttora punto di riferimento per gli studiosi delle architetture di questi due stili a Tunisi. Maria Grazia Queto della Dante Alighieri di Tunisi, da oltre un decennio è impegnata in azioni di valorizzazione e divulgazione del patrimonio architettonico recente di Tunisi. È stata l'incaricata per la valorizzazione di "Mutual Heritage", progetto che aveva come obiettivo cambiare visione e strategia riguardo al patrimonio architettonico recente. Per l'ambasciata Argentina di Tunisi ha curato un ciclo di seminari che avevano come tema gli approcci disciplinari legati alla protezione e alla valorizzazione dell'architettura dei secoli XIX e XX, confrontando l'esperienza Tunisina a quella Argentina, paese nel quale molta attenzione si è sempre posta alla memoria storica dei luoghi e che rappresenta per la Tunisia uno dei paesi di cui seguire l'esempio.

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