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Sulle tracce della Via Romana del marmo in Tunisia

Viaggio alle cave che fornivano marmo all'antica Roma

TUNISI, 28 settembre 2023, 11:33

Redazione ANSA

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(di Paolo Paluzzi) Nel nord-ovest della Tunisia si cela un antico tesoro che unisce le terre del Nord Africa all'eterna città di Roma: la "Via Romana del Marmo". Questo straordinario itinerario storico, che si estende dalle cave di Simitthus (oggi Chemtou) fino a Roma, è un tributo alla maestria dell'antica ingegneria romana e alla ricchezza delle risorse naturali tunisine, in particolare il suo pregiato marmo.

Sarebbe stato l'imperatore Adriano a ordinarne la costruzione per il trasporto dei marmi di Chemtou, antica città numidica, a Roma attraverso Tabarka. L'antica Thabraca era infatti il ;;porto da cui venivano esportati il ;;grano di Béja, il legno e gli animali selvatici delle foreste di Khroumiria nonché il marmo di Chemtou.

Le cave di Chemtou, situate non lontano dal confine algerino, rappresentano la fonte di uno dei marmi più pregiati dell'Impero Romano. Risalenti al periodo romano, queste cave hanno fornito il materiale per la costruzione e la decorazione di numerosi monumenti celebri, tra cui il Colosseo e il Mausoleo di Augusto a Roma. Il marmo di Chemtou è noto per la sua straordinaria purezza e il suo colore fra il giallo e l'arancio uniforme, con rare sfumature verdi e un bianco cremoso misto a una gamma variata di colori, che lo ha reso una scelta ambita per l'architettura e le sculture dell'epoca, utilizzata fino a pochi decenni fa in patria per le stesse qualità. Oggi, visitare le cave di Chemtou è un'esperienza affascinante, dove è possibile ammirare le tracce degli antichi scavatori romani e godere della bellezza naturale di questa regione. E' possibile anche visitare un piccolo ma prezioso museo con diversi manufatti di epoca romana rinvenuti nella zona.

Da Chemtou, l'antica Via Romana del Marmo si snodava attraverso il territorio nordafricano, collegando le regioni produttrici di marmo alle città costiere. Da lì, il marmo veniva imbarcato su navi dirette a Roma, la capitale dell'Impero. Lungo il percorso, la strada attraversava città come Cartagine, che aveva una forte influenza romana e contribuiva al commercio di marmo. Oggi, queste antiche tracce possono essere seguite, offrendo ai visitatori un'opportunità unica per esplorare la storia e la cultura delle regioni attraversate. Poco conosciuta, questa strada nasconde ancora rovine romane inesplorate. Come i resti di una casa di sosta a Henchir Eddamouss, i resti di un anfiteatro, di un arco di trionfo ad Ain Bouhaja, delle terme, di un foro, di una basilicia, le rovine sparse di Ain Charchara. Su un piccolo promontorio vicino, si possono trovare ancora le rovine di una piccola chiesa con facciata e campanile a vela, costruita sotto il protettorato francese e poi abbandonata. L'antica colonia Julia Augusta Numidica Simitthus (creata nel 27 d. C.) era situata all'incrocio di due importanti strade di comunicazione della regione: una collegava Cartagine a Hippo Regius (oggi Annaba, in Algeria) attraverso Bulla Regia, l'altra Sicca Veneria (l'attuale le Kef) al porto di Thabraca (Tabarka), dove veniva trasportato il marmo per la commercializzazione. Il marmo "giallo antico (come macchiato di zafferano)" di Chemtou ha lasciato un'impronta indelebile sulla città eterna di Roma.

Dalle colonne del Tempio di Saturno al foro romano, il marmo tunisino è parte integrante del patrimonio artistico e storico di Roma. Oggi in qualche modo, la Via Romana del Marmo continua a unire Tunisia e Italia, non solo attraverso il patrimonio storico, ma anche attraverso progetti di conservazione e collaborazione culturale coordinate dalI'Istituto nazionale del Patrimonio insieme alle varie missioni archeologiche italiane nella zona. Questo legame tra i due Paesi riflette la duratura importanza del patrimonio storico condiviso e la volontà di preservarlo per le future generazioni.

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