I rapporti tra Serbia e Vaticano
non sono mai stati così buoni dal momento in cui sono state
stabilite relazioni diplomatiche, e una visita di papa Francesco
a Belgrado contribuirebbe a rafforzare e intensificare
ulteriormente le relazioni. Lo ha detto monsignor Ladislav
Nemet, arcivescovo cattolico di Belgrado, secondo il quale a
tale situazione contribuisce senza dubbio il mancato
riconoscimento del Kosovo da parte della Serbia. "Nei rapporti
tra Serbia e Santa Sede io vedo la dittatura del buon senso e di
un comportamento ragionevole. Sono sicuro che tali rapporti
possano ancora migliorare", ha detto Nemet in una intervista al
quotidiano belgradese Politika. "Sono stato in Vaticano e ho
invitato il papa prima a voce e poi per iscritto a visitare la
Serbia" in occasione del centenario dell'istituzione
dell'arcidiocesi di Belgrado, ha aggiunto l'arcivescovo
sottolineando di averne parlato con il patriarca serbo-ortodosso
Porfirije e con il presidente serbo Aleksandar Vucic. Il
pontefice, ha osservato, si è mostrato molto disponibile e
felice di una eventuale sua visita in Serbia. "Lo scorso anno,
al suo ritorno da Lisbona, il papa disse di voler visitare anche
il Kosovo", ha affermato Nemet. In questi giorni tuttavia, dal
Vaticano gli è stato comunicato che a causa dello stato di
salute di papa Francesco non si è in grado di promettere alcuna
visita. L'arcivesco ha detto di aver in programma una visita a
Roma nei prossimi giorni, e che intende parlare di tutto ciò in
Vaticano. "Se lo stato di salute di papa Francesco non lo
consentirà, avremo di certo una visita di un alto esponente del
Vaticano", ha affermato l'arcivescovo di Belgrado, secondo il
quale il segretario di stato, cardinale Pietro Parolin potrebbe
visitare la Serbia il prossimo settembre, in rappresentanza del
papa, per le celebrazioni del centenario dell'arcidiocesi di
Belgrado.
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