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Onorato, l'autoproduzione sfascia i porti

'Fermiamo la globalizzazione della miseria'

16 maggio, 22:29
Vincenzo Onorato Vincenzo Onorato

(ANSA) - GENOVA, 15 MAG - "Per fermare la speculazione armatoriale, serve una risposta politica forte e certa". A dichiararlo è Vincenzo Onorato, armatore di Moby e Tirrenia e, come lui stesso si definisce, "sopratutto marinaio", in occasione della cerimonia per la partenza da Genova del viaggio inaugurale della Maria Grazia Onorato, nave ro-ro tra le più grandi del Mediterraneo e nuova ammiraglia del gruppo, che sulla fiancata porta la scritta "Onorato per i marittimi italiani".

"Questa non è solo una nave, è anche un manifesto politico: molti sanno anche da anni mi batto per l'occupazione dei marittimi italiani, perché oggi la globalizzazione sui mari è diventata la globalizzazione della miseria. I marittimi extracomunitaria vengono pagati 200 o 300 dollari al mese, mentre i nostri marittimi restano a casa a fare la fame".

Onorato, dopo aver ricordato che gli armatori italiani "sono l'unica categoria imprenditoriale del paese che non paga le tasse", privilegio che era stato concesso a fronte dell'impegno, "poi disatteso tramite escamotage di varia natura" secondo l'armatore campano, di imbarcare italiani, ha ammesso: "In questa guerra qualche battaglia l'abbiamo persa, e l'arroganza di certi armatori va avanti, fino al punto di parlare di autoproduzione: il marittimo imbarcato si mette a fare le operazioni portuali. In molti casi saranno marittimi extracomunitari sottopagati a farlo. Questa è la globalizzazione della miseria: vogliamo sfasciare anche i porti e mandare a casa altre persone" si è quindi chiesto Onorato? "Vogliamo fare fuori tutto nel nome della speculazione armatoriale? Almeno si abbia il coraggio di dirlo chiaramente". Se così non è - ha concluso il patron di Moby e Tirrenia - "allora ci vuole una risposta politica forte e certa. Riportiamo Genova al centro del Mediterraneo e facciamo in modo che questa centralità ridia tono e slancio all'occupazione".

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