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Regling sul Patto di Stabilità, alzare al 100% tetto debito/Pil

Regling sul Patto di Stabilità, alzare al 100% tetto debito/Pil

'Riforma occasione anche per abbandonare divisioni tra Nord-Sud'

04 gennaio 2022, 12:02

Redazione ANSA

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Regling sul Patto di Stabilità, alzare al 100% tetto debito/Pil © ANSA/EPA

BRUXELLES - Il direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Klaus Regling, torna a sostenere la proposta avanzata nei mesi scorsi da un gruppo di economisti del fondo salva-Stati di riformare il Patto di Stabilità e crescita mantenendo l'attuale tetto del 3% per il deficit pubblico e aumentando al contempo dal 60 al 100% il valore di riferimento per il rapporto tra debito e Pil.

"E' necessario agire sul Patto poiché nella sua forma attuale non riflette il mutato contesto macroeconomico", spiega Regling in un'intervista alla rivista specializzata tedesca 'Zeitschrift für das gesamte Kreditwesen', evidenziando che "in considerazione del livello dei tassi di interesse notevolmente più basso" rispetto al passato, l'aumento del tetto debito/Pil "è giustificato" e, a dispetto di quanto temuto da alcuni osservatori, non darà "carta bianca" ai governi per una "politica fiscale irresponsabile". "La modifica proposta - prosegue il direttore generale del Mes - sarebbe abbinata a salvaguardie per la spesa pubblica. Per tutti gli Stati membri, la crescita della spesa non dovrebbe generalmente superare il trend di crescita del Pil reale".

Inoltre, "i Paesi con un livello di debito superiore al 100% del Pil dovrebbero ridurre l'eccesso di debito di 1/20 ogni anno, attraverso un aggiustamento del bilancio primario (esclusi i pagamenti degli interessi), a meno che il Paese non sia in recessione o abbia un divario di investimenti nel settore pubblico, misurato da criteri oggettivi e osservabili. Questo riguarda principalmente la spesa per ridurre le emissioni dannose per il clima e misure infrastrutturali favorevoli alla crescita". La revisione del Patto di Stabilità e crescita "è anche una buona opportunità per abbandonare antagonismi arcaici e artificiali, ad esempio tra 'Nord' e 'Sud'", evidenzia l'economista tedesco, osservando che "i Paesi della zona euro hanno più interessi in comune che divergenze".

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