L'80% degli italiani ha provato almeno una volta la pasta "alternativa", ovvero quelle diverse dalla pasta all'uovo, di semola di grano duro e ripiena. Lo rileva uno studio Everli, marketplace della spesa online, in occasione del World Pasta Day del 25 ottobre. Tra gli sperimentatori di pasta alternativa, che può essere, ad esempio, di riso, legumi o farro, spiccano le donne, che sono oltre la metà (60%) e, di queste, il 58% ha tra i 25-39 anni.
La ricerca sottolinea che gli italiani per ora preferiscono però continuare a mangiare entrambe: solo meno di 1 su 10 (8%) ha completamente abbandonato la pasta "tradizionale" in favore di quella "alternativa". Everli, con l'analisi di mercato, mette in luce che nel 2020 ci sono alcune regioni più "pasta addicted" di altre: in primis la Lombardia con ben 3 province incluse nella top 10 di quelle in cui si è speso di più per l'acquisto di pasta (Lodi 7°, Sondrio 8° e Varese 9°), seguita a pari merito da Trentino Alto Adige e Abruzzo con due città ciascuna, rispettivamente Trento (2°) e Bolzano (3°) e L'Aquila (4°) e Pescara (10). La tipologia di pasta preferita dagli italiani risulta essere quella di semola e corta. La città più innamorata della pasta, è la toscana Grosseto. Treviso, Trento e Livorno sono invece le città dove si compra più pasta "alternativa". E la tipologia "alternativa" più apprezzata è quella integrale (8 su 10) e corta (7 su 10).