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Disidratazione, fratture e solitudine. I pericoli per gli anziani in estate

Geriatri, aumentano anche 'ricoveri sociali' da parte famiglie

Redazione ANSA

Disidratazione, fratture, solitudine, interruzione dell'assistenza: sono questi i quattro pericoli più comuni per gli anziani fragili durante l'estate. A sottolinearlo è la Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot), ricordando che proprio in questo periodo si registra un aumento di ricoveri dovuti principalmente alla disidratazione. "La perdita di liquidi e di acqua corporea, infatti, può determinare pericolose alterazioni metaboliche che si manifestano anche con gravi sintomi neurologici", precisa il presidente Sigot Filippo Fimognari.

Per i soggetti malati anziani, spiega l'esperto, "sono due i principali ordini di rischi durante i mesi estivi. Il primo è legato al clima, alle temperature estreme. Il caldo e l'afa, infatti, possono essere pericolosi, anche mortali, per la salute degli anziani. Il secondo possibile rischio, invece, è strettamente legato alla possibile alterazione, durante i periodi di ferie, della qualità e dell'intensità dell'assistenza, di solito garantita da familiari, badanti e organizzazioni di assistenza domiciliare. Una diminuita sorveglianza e assistenza - avverte Fimognari - si traducono, per esempio, in un maggior rischio di cadute, ma anche in un diminuito controllo della corretta assunzione di farmaci, alimenti e liquidi, oppure in una ritardata identificazione di peggioramenti acuti di malattie".

Altro pericolo sono le cadute: "Le conseguenze più ricorrenti - spiega Amedeo Zurlo, Direttore della Geriatria dell'Ospedale Universitario di Ferrara - sono le fratture ossee e le più comuni sono quelle di femore: in Italia se ne contano più di 120mila l'anno, l'80% di queste a carico di ultra75enni. A distanza di 1 anno dalla frattura questi incidenti possono determinare la morte nel 20-30% dei casi, e una grave disabilità nel 40%".

Ma i geriatri lanciano l'allerta anche per un altro fenomeno, quello della solitudine degli anziani e dei cosiddetti "ricoveri ospedalieri sociali" o di "sollievo": in alcuni casi, infatti, la famiglia ritiene di non poter più sostenere l'enorme carico assistenziale imposto dall'anziano disabile e chiede, anche senza una vera ragione medica, l'intervento del Sistema Sanitario Nazionale e, quindi, del Pronto Soccorso.

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