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Renault e Nissan studiano futuro alleanza e governance

Pressing giapponese per evitare concentrazione ruoli guida

Redazione ANSA TOKYO

Evitare di accentrare in una persona sola tutti i poteri e gli indirizzi di sviluppo della triade Renault-Nissan-Mitsubishi. E' l'obiettivo che sembra ormai caratterizzare la discussione tra i tre gruppi auto apparentati dopo l'addio di Carlos Ghosn. Il perfezionamento della corporate governance all'interno del gruppo in questa direzione, infatti, mette d'accordo i top manager dei tre brand al termine del secondo giorno di colloqui a Tokyo per discutere il futuro dell'alleanza delle tre case auto dopo l'arresto dell'ex presidente del gruppo, in stato di fermo ormai da metà novembre.

"Siamo concordi sul fatto che la dirigenza debba concentrarsi sul miglioramento del valore e della redditività dell'alleanza", ha sottolineato l'amministratore delegato di Nissan, Hiroto Saikawa, dopo le trattative con il nuovo presidente di Renault, Jean Dominique Senard. La casa auto nipponica, secondo i media giapponesi, non è favorevole all'idea di Renault di nominare Senard anche nel ruolo aggiuntivo di presidente a capo dell'intero gruppo, sulla falsariga di quanto già accaduto con Ghosn.

Nissan ha perciò ribadito che attenderà il parere della commissione per lo sviluppo dell'amministrazione d'impresa, composta da sette membri, che dovrà fornire un parere entro fine marzo. Senard, nel frattempo, quasi certamente verrà nominato all'interno del board dal cda straordinario Nissan convocato per aprile. Renault - controllata al 15% dal governo francese - possiede il 43,4% di Nissan, mentre la casa auto nipponica - pur contribuendo per metà dei profitti di Renault e con volumi delle vendite superiori di una volta e mezzo alla casa d'Oltralpe, ha appena il 15% di Renault e senza diritti di voto. Il marchio d'Oltralpe ha archiviato il 2018 con l'utile netto in calo a 3,45 miliardi di euro dai 5,3 miliardi del 2017.

La casa sconta intanto lo scandalo Nissan e l'arresto di Ghosn con una flessione dei profitti registrata nel 2018 dovuta "principalmente al contributo di Nissan, in calo di 1,28 miliardi di euro". L'utile operativo dell'intero anno è stato di poco inferiore ai 3 miliardi di euro, rispetto ai 3,8 miliardi di euro dell'anno precedente. Il fatturato ha segnato un calo del 2,3% a 57,4 miliardi di euro nello scorso esercizio, dovuto però prevalentemente agli effetti valutari. Le vendite del gruppo sono aumentate del 3,2% a 3,88 milioni di veicoli per effetto dell'integrazione dei marchi cinesi Jinbei e Huasong dal primo dello scorso anno. Sui rapporti con gli alleati è intervenuto nei giorni scorsi il neo presidente: "Intendiamo avere discussioni con Nissan basate sul mutuo rispetto delle parti e della propria cultura", ha messo in evidenza Jean Dominique Senard incontrando i vertici della Nissan che, dal canto suo, intende portare a termine una selezione dei candidati con il parere della commissione istituita per il miglioramento della corporate governance, e pronta a fornire un parere entro fine marzo.

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