Anche il mondo automotive, e in particolare quello dei progettisti e degli ingegneri, si dimostra scettico nei confronti della 'rivoluzione' elettrica e della possibilità di raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica che sono stati fissati per i prossimi anni. Lo evidenzia una ricerca che, negli Stati Uniti, è stata realizzata dall'autorevole magazine specializzato Wards con la collaborazione di DuPont e che coinvolto 39.621 abbonati on line a WardsAuto. Quasi due terzi degli intervistati hanno identificato in tre temi precisi - il basso interesse dei consumatori per le auto elettriche e per quelle di piccole dimensioni, il crescente successo dei pick-up con motori di grande cilindrata e infine l'aumento dei costi di materiali e prodotti destinati alla riduzione dei pesi - le sfide che dovranno essere affrontate dall'industria per soddisfare gli standard 2025 proposti in Usa. In un contesto, quello del mercato interno, in cui a fine giugno i modelli a batteria rappresentavano solo l'1,5% degli 8,4 milioni di veicoli leggeri venduti (con l'81% costituito da Tesla e il restante 19% diviso tra 19 modelli BEV) l'industria affronta un cambiamento radicale con il paradosso che il mercato va nella direzione opposta rispetto a quello dei BEV su cui si concentrano i maggiori investimenti. I veicoli 100% elettrici stanno raccogliendo più attenzione e risorse anche rispetto a tutte le altre scelte di elettrificazione - come ibridi, ibridi plug-in, mild hybrid e celle a combustibile - sebbene non tutti siano d'accordo che questa sia la scelta migliore. E' il caso dei sistemi a 48 Volt che, secondo gli esperti, offrono il massimo potenziale a breve termine.
Più della metà degli intervistati (55%) afferma che l'industria non sarà in grado di soddisfare gli standard fissati per il 2025 senza arrecare danni all'industria, con perdita di posti di lavoro e limitazione alle scelte ai consumatori. Rispetto alla analoga indagine del 2018 questo dato evidenzia un aumento di 9 punti percentuali di questa visione pessimistica. Tuttavia, molti intervistati hanno sottolineano che l'industria si sta sempre più affidando alle piattaforme globali per aderire agli standard unificati e questo è il modo migliore anche per risparmiare denaro.
Dalla indagine di Wards emergono anche altre interessanti particolarità di quello che alcuni definiscono come 'ribaltone dell'industria automobilistica' e che, comunque, sta influenzando le scelte progettuali e quelle costruttive. Per ridurre il peso delle auto - ad esempio - l'alluminio rimane il materiale più utilizzato nel 2019, perdendo però un po' di terreno rispetto allo scorso anno tanto che ora è tallonato da soluzioni multi-materiale o 'ibride'. Il 44% delle aziende interpellate è disposto ad assorbire un costo per soluzioni leggere che non superi i 2 dollari al kg circa, mentre un altro 45% dichiara di non essere disposto a investire nella riduzione del peso. Il problema, per il mondo degli ingegneri, va risolto - nel caso delle auto elettriche - 'con una maggiore densità di energia nelle batterie' piuttosto che costruendo veicolo con strutture meno pesanti.