Quotidiano Energia - Il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge del Friuli Venezia Giulia 16/2021 “Misure finanziarie intersettoriali” per i limiti che impone alla realizzazione degli impianti fotovoltaici. La decisione è arrivata il 23 dicembre su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini.
Secondo il Cdm, diverse disposizioni della normativa regionale sarebbero in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia, in violazione degli articoli 97 e 117, primo e terzo comma, della Costituzione. Tra i punti contestati c’è la definizione, da parte della legge regionale, delle aree idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici a terra con potenza superiore a 1 MW. In base alla normativa del Friuli, non sarebbero adatte quelle “individuate dal piano regolatore comunale in esito alla conformazione al Ppr”, con la materia che resterà di competenza regionale “sino alla conformazione degli strumenti urbanistici al Ppr”.
La normativa regionale, inoltre, subordina la realizzazione degli impianti FV a una serie di condizioni, come non compromettere i beni paesaggistici, non interrompere la connettività ecologica o non interessare paesaggi rurali storici.
Contro la legge del Friuli aveva preso posizione Elettricità Futura che aveva definito la normativa “in contrasto con gli obiettivi nazionali ed europei di sviluppo delle fonti rinnovabili” perché, includendo tra le aree non idonee quelle individuate dai piani regolatori comunali, attribuirebbe anche ai Comuni la possibilità di limitare l’installazione di impianti FV, in contrasto con le Linee guida Fer.