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Dp World Tour, Manassero torna al successo dopo 11 anni

L'azzurro in Sudafrica conquista il Jonsson Workwear Open

Redazione ANSA ROMA

Dai trionfi alle cadute e ritorno. Dopo quasi undici anni, Matteo Manassero è tornato al successo sul massimo circuito europeo maschile di golf conquistando in Sudafrica, con un totale di 262 (68 61 67 66, -26) colpi, il Jonsson Workwear Open. “E’ il mio giorno più bello su un campo da golf, sono felicissimo. Questo sport presenta, in ogni gara, delle difficoltà, ma se riesci ad affrontarle e superarle, poi vedi la luce. E’ bello avere questo trofeo tra le mani”, la soddisfazione del 30enne veneto dopo l’impresa arrivata a Edenvale, vicino Johannesburg.  Ci sono voluti 3.942 giorni di attesa, ma il digiuno ora è finito. Tanto ha dovuto aspettare Manassero, uno che ha conosciuto la gloria da giovanissimo. Da dilettante ha conquistato il British Amateur e la Silver Medal al British Open. Il 24 ottobre del 2010, all’età di 17 anni, 6 mesi e 5 giorni, dopo il passaggio al professionismo ha festeggiato in Spagna l’exploit nel Castellò Masters. A distanza di 14 anni, quel record di più giovane vincitore sul DP World Tour (all’epoca dei fatti European Tour) ancora resiste. Sempre in quell’anno, ma ad aprile, in America e al Masters, il torneo dei tornei, Manassero riuscì a battere il primato del sudafricano Bobby Cole, che resisteva dal 1967, distinguendosi come più giovane golfista (era ancora un amateur) ad aver superato il taglio (concluse il torneo al 36/o posto). A novembre, fu premiato poi come miglior rookie del tour. Quindi, nel 2011 fece suo il Malaysian Open. Poi, nel 2012, il Singapore Open. L’impresa più grande arrivò il 26 maggio 2013, quando trionfò in Inghilterra nel BMW PGA Championship, da molti considerato come il “quinto” Major del golf.  Dopo i trionfi, le cadute. Manassero ha sì partecipato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 (anche grazie al forfait di Francesco Molinari), ma poi è ripartito dal basso. Nel settembre 2020 ha fatto suo il Toscana Alps Open (Alps Tour e Italian Pro Tour). Quindi, nel 2023, ha calato il bis di successi sul Challenge Tour prendendosi prima, in Danimarca, il Copenhagen Challenge e poi, a Sutri (Viterbo), l’Italian Challenge Open. Dunque, ha riconquistato la “carta” piena per giocare sul DP World Tour 2024.  Il lungo percorso di Manassero, che dopo la salita ha ritrovato la discesa, ha emozionato il presidente della Fig, Franco Chimenti. “La sua storia non è solo da raccontare, ma da prendere ad esempio. Manassero da giovanissimo ha vinto molto, collezionando record su record. Poi ha conosciuto le difficoltà ma quando tutti lo davano come un golfista finito, è ripartito dal basso. Passo dopo passo, con sacrificio, lavoro e determinazione è ritornato tra i grandi. Non poteva esserci notizia migliore, anche in vista delle Olimpiadi. Il golf italiano non può prescindere dal suo talento. Mai sopra le righe, serio, carismatico, volenteroso, Manassero è un vanto per lo sport italiano. E questi sono i primi effetti del lavoro fatto per la Ryder Cup italiana”.  Sulla stessa lunghezza d’onda anche il numero 1 del Coni, Giovanni Malagò: “Manassero è la dimostrazione di quanto nello sport, come nella vita, sia indispensabile non mollare mai. Questo è anche il risultato della sua capacità di affrontare contesti complicati, anche a livello personale, in tutti questi anni. Sembrava si fosse perso un talento, invece lo sport italiano è felicissimo di aver ritrovato un campione. In vista di Parigi, Manassero è in chiave medaglia una nuova opportunità di cui siamo orgogliosi”.  La famiglia, la moglie Francesca - che lo scorso anno sul Challenge Tour ha fatto da caddie in entrambi i suoi successi-, lo staff, la mental coach  Alessandra Averna, moglie del golfista Filippo Bergamaschi, rappresentano il segreto della rinascita di Manassero. Un campione ritrovato, che non ha mai mollato. 

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