(ANSA) - ROMA, 12 DIC - Non solo i migliori giocatori al
mondo. Secondo un rapporto del New York Times, tra gli obiettivi
della LIV Golf, la Superlega araba, c'era quello di creare un
dream team anche fuori dal campo. Introducendo nel consiglio
d'amministrazione figure del calibro di Michael Jordan,
Condoleezza Rice, Randall Stephenson, Mark Parker e Ginni
Rometty. Nomi eccellenti per obiettivi, appunto, ad oggi
certamente mancati. Perché come riferito al Times da Stephenson,
ex presidente di AT&T, "non solo non sapevo di essere nella
lista ma, peraltro, non sono mai stato contattato".
Nonostante il grande investimento da 2 miliardi da parte del
Public Investment Fund (PIF), fondo sovrano dell'Arabia Saudita,
non tutto è andato secondo i piani. A partire dall'ingaggio dei
giocatori con Tiger Woods e Rory McIlroy, icone del golf
mondiale, che hanno prima rifiutato offerte da capogiro e poi si
sono trasformati nei principali oppositori della LIV Golf
invocando a più riprese le dimissioni di Greg Norman, Ceo della
lega separatista. Ad oggi, per quel che riguarda la Top 10
mondiale, fa parte della Superlega araba solo l'australiano
Cameron Smith. (ANSA).