Un ottimo nome da palco. Madonna definiva così intervistata da Larry King nel 1999 il suo nome. Una 'benedezione', scelta dai genitori che l'hanno chiamata Madonna Louise ma forse soprattutto una missione. Come se il nome, così alto e pieno, monumentale la chiamasse a diventare grande. Non è un caso che al momento della cresima, Madonna, dovendo scegliere per sè un altro da affiancare a quello datole dai genitori abbia voluto Veronica, come la reliquia cristiana con il volto di Gesù simbolo di martirio e passione. Un nome molto drammatico, e romantico disse poi negli anni. Un nome che raccontava al meglio la sua personalità.
E' una delle curiosità del libro di Valeria Arnaldi 'Madonna l'icona del pol pubblicato da Ultra Icon in occasione dei 60 anni che la pop star compie il 16 luglio 2018.
Nel nome c'era la sua storia di famiglia, l'educazione cristiana rigorosa , impartita da entrambi i genitori, che della religione sembrava fare un elenco di divieti. C'era la sofferenza per la morte della madre scomparsa a soli 30 anni con gli interrogativi che le aveva posto sulla fede. C'era l'attrazione per quel mondo di pace, rappresentato dalle suore che tanto amava quando era giovanissima. E c'erano - racconta la Arnaldi - interesse e desiderio e di amore e sentimenti, bisogno estremo di cura e attenzione, Di una passione che fosse anche fisica, energia capace di travolgere e farla uscire dalla dimensione stretta del suo mondo così chiuso e inflessibile. C'era l'ambizione alta e c'era la ricerca dell'Oltre concreto fatto di gloria terrena, fatica, lacrime. Determinazione ai suoi occhi più importante ancora del talento scoperto di fatto per caso. Subito si firma Madonna, senza bisogno di altro. "La mia aspirazione? Diventare più famosa di Dio" e tutti i suoi eccessi, provocazioni sono stati regola essi stessi proponendola subito come diva e trasformandola per decenni fino ad ora in icona.