Luogo - Museo

Musei civici - Galleria Parmeggiani

Luogo: C.so Cairoli, 1, Reggio nell'Emilia (Reggio Emilia)

Singolare esempio di casa-museo privata, la galleria ha sede nel palazzetto in stile eclettico eretto tra il 1924 e il 1930 su progetto di Ascanio Ferrari per ospitare le raccolte d'arte del collezionista Luigi Parmeggiani (Reggio Emilia, 1860-1945). Compongono la raccolta arredi, armi, oreficerie, tessuti e dipinti antichi che offrono una panoramica sulla produzione artistica europea dal medioevo al XIX secolo, testimoniando l'interesse artistico e il valore documentario dei diversi settori. L'ingente patrimonio, accorpato nella Parigi cosmopolita dell'ultimo quarto dell'Ottocento e trasferito a Reggio Emilia nel 1924, in occasione del rientro del Parmeggiani in patria, venne acquistato dal Comune insieme al palazzo, e reso pubblico nel 1932. A Parigi il collezionista si era rifugiato nel 1886, a causa dei trascorsi anarchici. Qui, sotto lo pseudonimo di Louis Marcy, si impegnò nella commercializzazione di oggetti d'arte decorativa per Ignacio Leon y Escosura, pittore, mercante d'arte e collezionista, dando avvio alla “produuzione Marcy”. Nel 1920 sposò Anne Detti, figlia del pittore spoletino Cesare Detti (1847-1914) e della sorella di Escosura. Giunse così a Reggio un patrimonio formato dalla raccolta Escosura, da un nucleo di dipinti Detti e da alcuni falsi Marcy, accanto a oggetti di manifattura ottocentesca, e tra questi armi e gioielli, la cui produzione più recente, occultata dal Parmeggiani, è tuttora oggetto di studi.Dopo un lungo periodo di chiusura, la galleria è stata riaperta al pubblico nel 1988. Lungo l'itinerario di visita, introdotto da un portale moresco (sec. XV) e articolato in dodici sale, si ammirano, in ordine progressivo, marmi, terrecotte, armi (da segnalare un nucleo di spadini dal XVII al XIX secolo); seguono gli oggetti eseguiti in Francia in forme rinascimentali intorno al 1840 e alcuni pezzi della produzione Marcy. Il percorso prosegue con le sale dedicate ai gioielli, ai costumi e ai tessuti, alcuni utilizzati dall' Escosura per i dipinti d'ambientazione che con i quadri del Detti costituiscono la sezione “moderna” della raccolta figurativa. Il nucleo dei dipinti antichi, una cinquantina, è distribuito secondo una suddivisione per scuole, fiamminga, franco-inglese e spagnola, rappresentata da un sorprendente gruppo di capolavori “che in Italia, paese non particolarmente ricco di testimonianze di quest'area, acquista un significato particolare” (Alfonso Perez Sanchez). Tra questi, il Salvatore benedicente di El Greco, il Ritratto di matematico di Jusepe De Ribera e Il ratto d'Europa di Giovanni Francesco Romanelli. Da segnalare, nella sezione fiamminga, il pregevole Trittico di Bruges. Chiudono il percorso le sale Escosura con i quadri dell'artista spagnolo: sono ritratti e soggetti storici tra ricostruzioni d'ambiente suggestive che comprendono, talvolta, gli oggetti stessi della galleria.

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