(ANSA) - VENEZIA, 26 GEN - La scoperta di uno dei più antichi
templi buddhisti al mondo nell'antica città di Barikot, nella
regione dello Swat, è il frutto dell'ultima campagna di scavo
della missione italiana in Pakistan guidata dall'Università di
Venezia. La datazione si attesta intorno alla seconda metà del
II secolo a.C., ma probabilmente risale ad età più antica, al
periodo Maurya, dunque III secolo a.C., ma solo le datazioni al
radiocarbonio (C14) ce ne daranno certezza.
La scoperta getta una nuova luce sulle forme del buddhismo
antico e la sua espansione nell'antico Gandhara e aggiunge un
nuovo tassello a ciò che si conosce sull'antica città. Direttore
di quella che è la più antica missione archeologica italiana
attiva in Asia è da diversi anni il professor Luca Maria
Olivieri dell'Università Ca' Foscari Venezia (Dipartimento di
Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea). La missione fondata
nel 1955 da Giuseppe Tucci è gestita dal 2021 anche dall'Ateneo
veneziano in collaborazione con l'Ismeo (Associazione
Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente), con il
co-finanziamento del ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il
dipartimento provinciale pakistano di archeologia e con il
locale Swat Museum. "La scoperta di un grande monumento
religioso fondato in età indo-greca rimanda senz'altro ad un
grande ed antico centro di culto e di pellegrinaggio" spiega
Olivieri, evidenziando che "lo Swat è terra sacra del Buddhismo
già in età indogreca".
Barikot è nota nelle fonti greche e latine come una delle
città assediate da Alessandro Magno, l'antica Bazira o
Vajrasthana. Le stratigrafie scavate dalla Missione, datate col
radiocarbonio, dimostrano l'esistenza della città ai tempi della
spedizione di Alessandro Magno intorno al 327 a.C.. Si tratta di
una città importante che gestiva tutto il surplus agricolo
produttivo della valle dello Swat. La valle è speciale tra
quelle del Karakorum-Hindukush perché gode di un microclima che
permette di avere due raccolti dallo stesso terreno durante
l'anno, grano o riso, uno in primavera e uno alla fine
dell'estate.
Barikot era dunque una sorta di "città-granaio" di cui anche
Alessandro Magno si servì prima di proseguire il suo percorso
verso l'India. Curzio Rufo la descrive come urbs opulenta nelle
sue Historiae Alexandri Magni per definirne la ricchezza
agricola. Il sito è impressionante, una valle verdissima in una
sorta di pianoro di montagna a circa 800 metri di altezza con
sullo sfondo le montagne dell'Hindukush e con una storia che va
dall'età del Bronzo fino alla fine del Medioevo. (ANSA).
Missione italiana scopre in Pakistan antico tempio buddhista
Risale II secolo a.C. Direttore scavi docente Università Venezia
