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Kristen Stewart, la mia Diana che voleva essere libera

Kristen Stewart, la mia Diana che voleva essere libera

In concorso Spencer di Larrain

VENEZIA, 03 settembre 2021, 17:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cosa ancora non sappiamo di un persona così mediatica, amata, popolare, fotografata, inseguita (fino alle estreme conseguenze dell'incidente stradale sotto il ponte dell'Alma a Parigi il 31 agosto 1997), vivisezionata come Lady Diana? Eppure il regista cileno Pablo Larrain, che già aveva restituito sul grande schermo un altro complesso personaggio come Jacqueline Kennedy in Jackie, ci prova di nuovo. E' SPENCER, in concorso alla Mostra di Venezia, in cui l'ex ragazzina di Twilight ora adulta di talento Kristen Stewart letteralmente si trasforma, il broncio sul viso, la piega ai lati dei capelli imitata da migliaia di donne, lo sguardo triste nella Principessa del Galles.
    Nel film, che alterna stravaganze poetiche a scene persino thriller, la Stewart indossa alcuni degli abiti che sono nell'immaginario popolare legati a Diana (una delle scene più belle è una specie di clip in cui lei danza e cambia look continuamente), ma la sua missione era un'altra a parte rievocarne la somiglianza. "Diana icona famosa, giovane bellissima ma soprattutto persona capace di stabilire, pure in una situazione così privilegiata, un contatto con le persone, un'empatia immediata, che la faceva scendere in terra, nell'ordinary people", spiega Larrain.
    Il film si concentra nel weekend in cui Diana sofferente, fragile, decise di riprendersi la vita: era il Natale del 1991 trascorso con la famiglia reale nel castello di Sandrigham nel Norfolk spartanamente tenuto al gelo per scelta della regina Elisabetta. Tre giorni di disperazione e di tentativi di smarcarsi da una famiglia che non sopportava più mentre i fotografi avevano scatti più per lei che per The Queen. "Il tocco di Diana è irraggiungibile - aggiunge Kristen Stewart - è stato un impegno grande interpretarla mi è piaciuta la sua follia, imprevedibilità, l'ansia di essere libera in un contesto che era davvero una gabbia dorata in cui anche togliersi le scarpe e correre era vietato, i suoi vestiti erano come un'armatura. Ecco spero di aver fatto capire quanto fosse vitale e libera, un'autentica outsider".
   

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