'The Book of Vision' mostra poco a
poco la sua anima visionaria e, a tratti, le atmosfere di
Terrence Malick, maestro del regista e produttore di quest'opera
di Carlo S. Hintermann. Film d'apertura della 35/ma edizione
della Settimana internazionale della critica alla Mostra del
cinema di Venezia, mette in scena la storia di Eva (Lotte
Verbeek), giovane dottoressa che a un certo punto si immerge
nello studio della storia della medicina.
Nella sua ostinata ricerca di una guida, scoprirà Johan
Anmuth (Charles Dance), medico prussiano del Settecento in
bilico tra illuminismo e animismo. Una scoperta che cambierà la
natura di Eva, il suo corpo e la sua stessa malattia. Sarà
proprio il manoscritto del medico, 'Book of Vision', ad
intrecciare poi le loro esistenze al di là del tempo. Eva e
Johan si incontreranno infatti nel '700 come nell'oggi essendo i
loro destini fatalmente uniti. Cosa contiene il libro? Le
speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti che il
medico prussiano sapeva soprattutto ascoltare anche nelle loro
fantasie per dare loro una terapia del tutto personalizzata (un
po' come accade nell'omeopatia e non solo). La storia di Anmuth
e dei suoi pazienti darà tra l'altro all'insicura Eva la forza
per vivere appieno la propria vita, comprendendo che niente si
esaurisce nel proprio tempo.
Per il film cast internazionale: oltre Dance e Verbeek
troviamo Sverrir Gudnason (protagonista di Borg McEnroe), Isolda
Dychauk (I Borgia, Faust, TwoGirls) e il 'nostro' Filippo Nigro.
Direttore della fotografia è Joerg Widmer che ha collaborato con
Wenders, Tarantino, Haneke, Polanski e Bela Tarr.
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