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Trump rifiuta il dibattito virtuale

Redazione ANSA

"Mi sento benissimo. Non sono contagioso". E' mattina presto quando Donald Trump al telefono con Fox News respinge con forza il format virtuale del duello del 15 ottobre con Joe Biden. Una decisione presa a sorpresa dalla commissione che organizza i dibattiti presidenziali, dettata dalla necessità di "proteggere la salute e la sicurezza di tutte le persone coinvolte". Del resto c'è un presidente positivo al coronavirus che nelle ultime ore, di fatto, ha anche rotto l'isolamento, abbandonando il seminterrato della Casa Bianca e rientrando a lavorare nello Studio Ovale.

"Non parteciperò a un dibattito virtuale, per noi non è accettabile", ha incalzato il presidente, parlando di un regalo al suo avversario. "Non sprecherò il mio tempo in un confronto virtuale che non ha nulla a che fare con quello che dovrebbe essere un dibattito. Si sta seduti dietro un computer e si parla... è un dibattito questo? Ridicolo! E poi - aggiunge nel corso delle telefonata fiume a Fox, ben 40 minuti - possono tagliarti ogni volta che vogliono". Meglio allora un comizio, ha suggerito la campagna del presidente, prima di rilanciare sulle date: confermiamo la sfida del 22 ottobre e fissiamone un'altra il 29 ottobre. Ma a porre fine a un braccio di ferro durato per ore una nota dello staff dell'ex vicepresidente: ok al dibattito del 22 ottobre, ma per il 29 ottobre, a cinque giorni dal voto, non se ne parla. "Non è Donald Trump che fa il calendario dei dibattiti, ma la commissione. E la commissione da tempo ha già deciso le date che tutti abbiamo accettato". Gli occhi si concentrano ora più che mai sul reale stato di salute di Trump, per capire se i tempi di recupero gli permetteranno di rispettare almeno la sfida del 22 ottobre. Lui, come sempre, ostenta sicurezza: "Sono tornato perché ho un fisico esemplare", ha affermato dopo essersi risieduto dietro la sua scrivania, mentre Joe Biden - ha ironizzato - "l'ho visto da vicino... non durerebbe due mesi come presidente".

Trump ha quindi minimizzato le cure a base di steroidi che sta tuttora ricevendo: "Non sto prendendo quasi nulla, non sono terapie pesanti". E lodando il Regeneron, il farmaco sperimentale a base di anticorpi sintetici con cui è stato curato, è arrivato a definire il suo contagio "una benedizione di Dio". Intanto la speaker della Camera Nancy Pelosi ha evocato lo spettro del ricorso al 25mo emendamento della Costituzione americana, quello dell'eventuale rimozione di un presidente non più in grado di esercitare i suoi poteri e di svolgere il suo incarico: "Ne parleremo..., dobbiamo sapere quali sono le condizioni reali del presidente, come sta davvero e quando ha avuto l'ultimo test negativo". A preoccupare Trump però sono ancora i numeri delle previsioni e dei sondaggi, che nelle ultime ore segnano un ulteriore tracollo della sua posizione. Secondo i calcoli di Cnn e New York Times, Biden avrebbe superato la soglia dei 270 grandi elettori necessaria per conquistare la Casa Bianca, con il candidato democratico che sembra inoltre aver ricostruito quel cosiddetto 'muro blu' degli Stati del Midwest che Trump aveva infranto nel 2016 a spese di Hillary Clinton. E per il sito FiveThirtyEight del guru dei sondaggi Nate Silver, le chance di Biden di vincere salgono all'84,4%. Dati che alimentano il nervosismo del presidente che per la prima volta è arrivato a criticare esplicitamente due dei suoi più fedeli alleati nel governo: il ministro della Giustizia William Barr e il segretario di Stato Mike Pompeo, rei di aver fatto poco per colpire Hilary Clinton e i democratici.

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