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Rush finale per la Corte Suprema

Redazione ANSA

Parte il rush finale per sostituire Ruth Bader Ginsburg alla Corte Suprema. Amy Coney Barrett, nominata da Donald Trump, è attesa davanti alla commissione giustizia del Senato per quattro giorni serrati di audizioni. E per lo showdown si troverà davanti una delle sue maggiori avversarie, la candidata dem alla vicepresidenza Kamala Harris. E' proprio sulle due donne che sono puntati i riflettori: a poco più di venti giorni dalle elezioni, rappresentano le due facce di un'America spaccata e consapevole che spetterà alla Corte Suprema dirimere alcuni dei nodi che infiammano il dibattito nel Paese. Senza considerare che i saggi potrebbero essere chiamati a pronunciarsi sulle prossime elezioni nel caso di dispute e di risultato incerto, così come ha già ventilato Trump. I democratici ripongono tutte le proprie speranze su Kamala Harris per fare muro contro Barrett.

Dopo il vero e proprio interrogatorio a cui ha sottoposto Brett Kavanaugh, l'altro candidato alla Corte Suprema di Trump, le attese per la performance di Harris sono elevatissime, soprattutto alla luce del suo doppio ruolo di senatrice e candidata alla vicepresidenza. E per la posta in gioco: la difesa e l'ampliamento della copertura sanitaria con l'Obamacare è infatti uno dei punti chiave della campagna di Joe Biden e una Corte Suprema a maggioranza conservatrice potrebbe facilmente smontare la riforma varata dall'ex presidente. In ballo ci sono poi la difesa del diritto di aborto e le armi, per le quali i democratici chiedono controlli più stringenti.

Dal canto suo Barrett si presenta forte dell'appoggio incondizionato dei conservatori e della fretta dei repubblicani a confermarla prima del voto, così da assicurarsi una maggioranza fra i saggi in caso la Corte Suprema fosse chiamata in causa per le elezioni. Davanti ai senatori la giudice - in base agli estratti diffusi del suo intervento - loderà sia Ruth Bader Ginbsurg ("nessuno prenderò mai il suo posto, le sarò grata per sempre") che Anthony Scalia, grande amico di Ginsburg e mentore di Barrett, oltre che mito della Corte Suprema per i repubblicani. Parlerà della sua famiglia - ha sette figli - e chiarirà: "Le corti non sono chiamate a risolvere tutti i problemi nella nostra vita pubblica. Le decisioni politiche e quelle del governo devono essere prese dai rami politici eletti e responsabili davanti" agli americani. "La gente non dovrebbe aspettarsi che le corti lo facciano, e le corti non dovrebbero provare" a farlo, dirà. L'obiettivo di Barrett sarà ammorbidire l'opposizione dei democratici che la vedono come l'antitesi della Ginsburg e soprattutto sono contrari a una sua conferma perché troppo vicina al voto. Un compito non facile per la candidata di Trump.

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