Il mondo del jazz si mobilita per
far cambiare la norma sui criteri di distribuzione del Fus
(Fondo unico per lo spettacolo) per il 2020 e 2021 "che equipara
il jazz alla musica popolare contemporanea in un'unica confusa
definizione".
La richiesta rivolta al ministro Dario Franceschini, lanciata da
Jazz Italian Platform (di cui fa parte anche Umbria Jazz) e
sottoscritta dai principali musicisti di jazz, è quella di
ripensare la bozza.
"Non è una questione estetica o di valori musicali, ma una mera
preoccupazione materiale" spiegano da Jazz Italian Platform:
"Aprire il contributo pubblico alle grandi aziende dei concerti,
scelta che non viene condivisa da nessun altro paese europeo,
significa mettere il jazz italiano in condizione di dover
competere per l'assegnazione dei contributi non più con le
associazioni di musica classica, affini per dimensioni e
obiettivi, ma con l'industria multimilionaria e multinazionale
della musica pop e rock. Significa disconoscere e mettere a
repentaglio quanto il jazz italiano è riuscito a produrre, in
questi anni, con una miriade di manifestazioni e dando
visibilità a più generazioni di musicisti apprezzati in tutto il
mondo".
La petizione al momento ha raggiunto oltre mille firme.
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