(ANSA) - PERUGIA, 30 MAG - L'Assemblea legislativa
dell'Umbria ha approvato a maggioranza (con i voti di Lega, FdI,
Tesei presidente) la mozione di iniziativa dei consiglieri
leghisti Valerio Mancini e Manuela Puletti sulla "Modifica della
normativa europea che prevede la riduzione del 100% delle
emissioni di Co2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri di
nuova produzione a partire dal 2035".
L'atto di indirizzo ha registrato il voto contrario di Thomas
De Luca, M5s, e l'astensione di Tommaso Bori e Simona Meloni,
Pd, e Vincendo Bianconi, misto.
Mancini ha spiegato in aula che la mozione impegna la Giunta
attivarsi per contrastare la normativa europea. "La legislazione
approvata - ha detto - prevede l'obbligo per le nuove
autovetture e per i nuovi veicoli commerciali leggeri di non
produrre alcuna emissione di C02 dal 2035. L'obiettivo è di
ridurre del 100% le emissioni di questi tipi di veicoli rispetto
al 2021. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni
per il 2030 sono stati fissati al 55% per le autovetture e al
50% per i furgoni. Tuttavia, secondo quanto riferito dal vice
presidente di Confindustria per filiere e medie imprese, 'la
decisione del Parlamento europeo di vietare la vendita di nuove
auto a motore endotermico dal 2035 potrebbe avere in Italia un
'effetto Cuba'. La gente non potrà comprare le auto elettriche
perché troppo costose, e continuerà a girare con auto sempre più
vecchie'. La decisione dell'Europarlamento è stata presa su
impulso ideologico, senza calcolare gli impatti ecologici,
economici e sociali. Non sono stati fissati solo gli obiettivi,
ma anche il modo per arrivarci, cioè l'elettrico. Questo
provocherà danni in Italia'. La scadenza fissata dall'Europa per
immatricolare dal 2035, tranne qualche eccezione, solo auto
elettriche rischia di mettere a rischio la filiera italiana dei
motori, incidere sui bilanci delle famiglie e dello Stato e di
aprire le porte all'invasione dei marchi cinesi. La vendita di
auto elettriche nel nostro Paese è ancora limitata con una quota
che si è fermata nel 2022 aI 3,7% contro il 14% della media
europea e punte del 33% in Svezia, del 23% in Olanda, del 21% in
Danimarca e del 18% in Germania, Finlandia e Svizzera e che c'è,
inoltre, anche il problema della rete dei punti di ricarica,
oggi solo 36.772. Secondo uno studio di Clepa, l'associazione
europea della componentistica, si perderanno 275mila posti di
lavoro in Europa contro i 226.000 previsti nel 2040 per le
produzioni dei sistemi elettrici. E in Italia, Paese con una
filiera di piccole aziende esportatrici con un saldo attivo
della bilancia commerciale di 5,5 miliardi andrà peggio con la
stima di 73mila posti persi. Per Confapi, invece, ne sarebbero a
rischio quasi il triplo (195mila) e oltre 2.200 piccole imprese
della componentistica".
"L'Umbria - ha detto De Luca - è regione leader nella
produzione di veicoli elettrici e ad idrogeno. L'Università di
Perugia sta svolgendo importanti ricerche sui sistemi di
accumulo. Abbiamo tutti gli strumenti per adeguarci alle nuove
direttive. Nel 2035 si dovrà interrompere la produzione di quei
motori, non la loro circolazione. Va perseguito il principio
della 'Giustizia climatica': la devastazione attuale deve essere
pagata da chi ha inquinato e da chi continua a farlo".
Per l'assessore Michele Fioroni "il problema non è se davvero
vanno ridotte le emissioni". "Il problema - ha aggiunto - è sui
percorsi e le tempistiche. La scelta europea, che noi riteniamo
scellerata, viola il principio di neutralità tecnologica. Quel
provvedimento individua, non senza dubbi, una tecnologia per
risolvere il problema senza prevedere percorsi alternativi.
L'Europa mette risorse per l'idrogeno, ma al tempo stesso non lo
considera un vettore per la mobilità verde. E non ci sono fondi
per i biocarburanti. Abbiamo aderito all'Automotive Regions
alliance per costruire un processo di transizione in maniera
industriale".
Secondo Mancini "la sola soluzione per affrontare questi
problemi è l'idrogeno". "Ci sono scienziati che si oppongono
all'ideologia ambientalista che si è affermata a Bruxelles" ha
aggiunto.
De Luca ha quindi sottolineato che "ci sono milioni di
scienziati che sostengono la necessità di superare i motori
attuali". "L'idrogeno - ha sostenuto - non è una fonte, ma un
vettore energetico, che pure potrebbe fornire un contributo
importante. Bisogna impegnarsi a ridurre il riscaldamento della
Terra. Serve un percorso di accompagnamento delle nostre imprese
verso un automotive sostenibile". (ANSA).
Assemblea approva mozione per modifica norme su emissioni
Impegna la Giunta attivarsi per contrastare la normativa europea
