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In Comitato controllo leggi su politiche giovani e bullismo

Audizione in merito al monitoraggio sull'attuazione delle norme

(ANSA) - PERUGIA, 02 MAR - Il Comitato di controllo dell'Assemblea legislativa, presieduto da Thomas De Luca, ha svolto un'audizione in merito al monitoraggio sull'attuazione (clausola valutativa) delle leggi su Politiche giovanili e bullismo/cyberbullismo.
    Vi hanno preso parte i rappresentanti di diverse associazioni espressione del mondo giovanile (Anci giovani Umbria, Studenti medi e universitari, Giovani democratici, Gioventù nazionale), la responsabile della sezione "Immigrazione, protezione internazionale, promozione della cultura della pace, giovani" della Regione Umbria, Eleonora Bigi e l'assessore alle politiche sociali del Comune di Terni, Maurizio Cecconelli.
    De Luca ha spiegato ai presenti che l'organo di controllo dell'Assemblea legislativa - è detto in una nota dell'ente - monitora, attraverso accurate istruttorie degli uffici di Palazzo Cesaroni, il grado di attuazione delle due leggi in questione (Lr. 1/2016 e Lr. 4/2018), come richiesto dalla clausola valutativa inserita nelle due norme, che richiede una verifica sugli interventi che sono stati finanziati, sui soggetti coinvolti, sui risultati raggiunti e sulle criticità emerse. Fra cui la convocazione una sola volta in un anno della Consulta prevista dalla legge, un tema che i giovani hanno rimarcato negli interventi in audizione e su cui il consigliere Fora ha avuto modo di interloquire con l'assessore Coletto, il quale ha risposto in Aula a un'interrogazione dello stesso consigliere assicurando la ripresa entro breve delle attività della Consulta stessa.
    La dottoressa Bigi ha illustrato la relazione sulle attività svolte, sottolineando che la programmazione regionale ha dato attuazione agli indirizzi contenuti nel primo Piano triennale per le politiche giovanili, approvato nel 2019 e tuttora in vigore. Si sta lavorando su un percorso partecipato che porterà al nuovo Piano triennale e che comprende l'analisi dei bisogni a partire dall'ascolto delle giovani generazioni.
    Le risorse sono sia regionali, quota di 20mila euro, che nazionali, oltre 400mila euro dal Fondo nazionale per le politiche giovanili. Fra gli obiettivi il rafforzamento dei servizi territoriali fra cui Informagiovani, un percorso formativo di aggiornamento degli operatori dei Comuni coinvolti e quelli del privato sociale che operano nei Comuni; un percorso formativo per la progettazione europea che fornisca strumenti di conoscenza su opportunità e strategie; l'inclusione dei giovani con background migratorio; il riconoscimento dei giovani nella fascia di età dai 14 ai 35 anni e naturalmente la ricostituzione della Consulta delle associazioni giovanili, presieduta dalla presidente Tesei e con la collaborazione di agenzie e assessorati.
    "La pandemia ha sollecitato problematiche che dovevano essere affrontate - ha sottolineato Eleonora Bigi - e abbiamo davanti sfide enormi quali il contrasto al disagio giovanile, alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, senza dimenticare bullismo e cyberbullismo. Continueremo a costruire strumenti di crescita, ad ogni modo i dati su natalità e fughe all'estero dei giovani dicono che la regione Umbria non è messa male anzi, mostra dati di protezione come regione accogliente che sono migliori di altre regioni del Centro Italia".
    I rappresentanti delle associazioni giovanili hanno accolto con favore l'annunciato rilancio della Consulta, sottolineando al contempo le maggiori criticità che li riguardano: è necessario intervenire con politiche attive sul lavoro, un versante su cui - dicono - non si vedono grossi risultati. Sulle politiche abitative chiedono invece di verificare cosa fanno in concreto i Comuni che devono realizzare gli interventi indicati dal Piano. Difficile anche l'accesso agli affitti, con un giovane su due che si trova poco al di sopra o al di sotto della soglia della povertà, condizioni che invitano alla fuga o a restare con nonni e genitori fino a 30 o 40 anni, al cospetto di una legge che invece riguarda l'autonomia dei giovani per lo sviluppo della regione. Lamentata l'assenza di una vera coprogettazione con chi rappresenta i giovani, serve una partecipazione reale, una Consulta che si riunisca più frequentemente e non abbia solo un ruolo di ascolto ma anche di costruzione delle politiche giovanili con la partecipazione dei giovani.
    A queste osservazioni ha risposto la responsabile del servizio regionale, specificando che la coprogettazione è la "cassetta degli attrezzi" del Servizio sociale, per poter rispondere alle progettazioni europee, per la partecipazione alla costruzione dei progetti, ritenendo quindi giuste le sollecitazioni espresse in audizione. Ed ha aggiunto che "vi sono difficoltà a convocare materialmente la Consulta per quanto sarebbe necessario, dato che la legge dice che va coinvolta nella relazione del Piano triennale. Spesso - ha concluso - ci manca la forza anche di far conoscere quello che facciamo".
    Il presidente del Comitato di controllo, Thomas De Luca, ha fatto una proposta al presidente della commissione Statuto e Riforme, Daniele Carissimi, che è membro anche del Comitato di controllo: "Si potrebbe anche ipotizzare di inserire un parere sia pure non vincolante sulle leggi regionali, che fornisca il punto di vista di una fascia di età che spesso non ha rappresentanza all'interno dell'Assemblea legislativa, con una partecipazione organica e stabile nei processi legislativi".
    Carissimi ha risposto "la accolgo con favore, ben venga un rafforzamento della struttura a disposizione dei giovani".
    Per il consigliere Fora, il welfare "si regge sulle spalle di funzionari appassionati, come è emerso da questa audizione e dalla relazione, che reggono oltre le loro forze, con una passione che va anche oltre il loro ruolo, nell'evidenza di un sottodimensionamento della struttura. Nello spirito della legge - ha aggiunto - non c'è solo la costituzione di una Consulta per deliberare sulle risorse, obiettivo nobilissimo ma molto parcellizzato. La legge deve dare centralità alla consultazione permanente con il mondo giovanile altrimenti non si esce dalla logica dei recinti e dell'assegnazione delle risorse. Occorre ripensare gli strumenti di consultazione con il mondo giovanile: quello che si fa con le categorie economiche e professionali dovrebbe avvenire anche per questa fascia di popolazione che vive tutti gli strumenti della programmazione regionale".
    (ANSA).
   

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