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Assemblea approva legge per Amministrazione condivisa

Obiettivo è "diverso rapporto tra pubblico e privato sociale"

(ANSA) - PERUGIA, 28 FEB - L'Assemblea legislativa ha approvato all'unanimità il disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale dal titolo "Disposizioni in materia di amministrazione condivisa". disciplina l'attuazione dell'articolo 55 del Codice del Terzo settore.
    Con l'amministrazione condivisa, si legge nell'atto attraverso una nota di Palazzo Cesaroni -, l'obiettivo è arrivare ad un diverso rapporto tra pubblico e privato sociale, non basato su logiche di mercato ma sulla convergenza di obiettivi e sull'aggregazione di risorse pubbliche e private per la programmazione e la progettazione in comune di servizi e interventi. La Regione vuole rafforzare la collaborazione fra pubblica amministrazione e Terzo settore, dettando norme a carattere procedimentale e promozionale. Lo scopo è definire principi e criteri del procedimento per assicurare un livello adeguato di omogeneità su tutto il territorio regionale, lasciando autonomia agli enti locali per le specificità del territorio.
    La Giunta - viene spiegato - sta già lavorando a percorsi formativi rivolti a tutti i soggetti coinvolti. Nel testo è stata inserita la clausola valutativa che prevede la predisposizione da parte dell'Esecutivo regionale di una relazione annuale da trasmettere all'Assemblea legislativa sull'attuazione della legge e sui risultati raggiunti.
    Per il relatore di maggioranza Daniele Nicchi, Lega, presidente della prima Commissione, "la norma modifica e potenzia il rapporto tra pubblico e privato, assicurando il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore attraverso la co-programmazione, la co-progettazione e l'accreditamento di servizi ed interventi per elevare i livelli di cittadinanza attiva". "L'obiettivo - ha aggiunto - è creare una sfera relazionale tra l'amministrazione pubblica e il Terzo settore che si collochi al di là del mero scambio utilitaristico. La pdl vuole far diventare l'amministrazione condivisa una prassi comune per la Regione Umbria, con l'obiettivo di offrire un servizio di qualità in questo ambito attuando un coinvolgimento attivo degli enti. Questa legge risponde alle esigenze di modernità del settore, consentendo un passo in avanti significativo nel rapporto tra istituzioni ed enti che operano nel territorio. L'Amministrazione condivisa, in una nuova prospettiva, attua l'aggregazione delle risorse pubbliche e private attivando rapporti di collaborazione e progettazione in comune, basati non su logiche di mercato ma sulla convergenza degli obiettivi. Questo provvedimento rappresenta un'opportunità per la nostra Regione per consolidare il sostegno e la cooperazione fra le pubbliche amministrazioni e gli enti del Terzo settore. Attraverso le disposizioni in materia di amministrazione condivisa si vuole attuare una condivisione di poteri e di responsabilità di soggetti chiamati ad agire congiuntamente, al fine di generare una sfera relazionale caratterizzata dalla reciproca fiducia".
    Per il relatore di minoranza Andrea Fora, Patto civico, "si tratta di una legge fortemente innovativa". "L'Umbria - ha aggiunto - è tra le prime regioni a dotarsi di questo strumento, un importante passo nella condivisione tra pubblico e privato. È una discontinuità forte rispetto al passato sul sociale.
    L'alleanza tra Regione e Terzo settore può favorire la tenuta del welfare e delle nostre comunità nei prossimi anni. In Umbria abbiamo un welfare frammentato e in difficoltà anche per colpa delle scelte di questa Giunta. L'amministrazione condivisa è la creazione di un'alleanza fra cittadini, enti del Terzo settore e amministrazioni. Regioni ed enti locali devono prendere atto che il processo decisionale delle attività deve essere sviluppato con visione e strumentazioni profondamente rinnovate.
    L'amministrazione condivisa moltiplica le risorse utilizzabili per risolvere i problemi di interesse generale, aiutandoci ad affrontare meglio le tante difficoltà materiali prodotte dalla pandemia. Ad esempio le nuove diseguaglianze e povertà, l'aumento della povertà educativa per bambini e adolescenti delle famiglie più fragili, il welfare abitativo in contesti privati e di edilizia residenziale pubblica, la popolazione migrante, l'ampia area di fragilità legata alle persone con disabilità e alle persone anziane non autosufficienti.
    L'obiettivo è un sistema di welfare sociale integrato al quale i soggetti pubblici e quelli del terzo settore concorrono con pari valore e dignità, moltiplicando punti di vista, competenze, forze ed energie. Il ddl mette l'accento sulla coprogrammazione, che viene prima della coprogettazione, come procedimento teso a pervenire a scelte ben definite. La Regione deve avere un ruolo centrale, anche perché in molti comuni mancano le competenze.
    Serve un cambiamento culturale. La legge richiede un livello di formazione adeguata per dirigenti e funzionari. Auspico che non ci si limiti ad approvare una bella legge che poi rimane inattuata. Quindi il mio plauso a questa iniziativa che spero contribuisca a cambiare la logica di costruzione del welfare.
    Poi serviranno adeguate risorse economiche".
    L'assessore Luca Coletto ha sottolineato "l'importanza di una norma che riesce a mettere insieme il territorio con la Regione". "Coprogrammare - ha sostenuto - significa riuscire a cogliere le vere necessità del territorio, con risposte in sinergia per sostenere il terzo settore e il sociale che ha bisogno di aiuto. Il Governo sta portando avanti i livelli essenziali di prestazione (lep) che saranno il minimo comun denominatore per l'erogazione delle prestazioni nel sociale. Ora il Governo dovrà destinare adeguate risorse per un sociale che sia ubiquitario a livello nazionale". (ANSA).
   

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