Hanno puntato il dito sulla
"proliferazione delle autorizzazioni di tartufaie controllate",
sottolineando che "l'elevata serie di concessioni,
nell'Altotevere, sta precludendo la libera ricerca del tartufo",
l'associazione 'Tartufai Altotevere onlus" che si è fatta
portavoce delle istanze del Comitato per 'libera cerca'.
L'incontro si è svolto in seconda Commissione, presieduta da
Valerio Mancini, ufficialmente richiesto dal consigliere Michele
Bettarelli, Pd.
Alla riunione, oltre alle Associazioni dei tartufai, sono
stati invitati ed hanno partecipato anche rappresentanti di
associazioni di categoria, oltre al dirigente Francesco Grohmann
(Direzione regionale Agricoltura) e all'amministratore unico di
Afor (da luglio 2019 gestisce la materia), Manuel Maraghelli.
Nell'introduzione del tema, il presidente Mancini ha rimarcato
la necessità di "analizzare con particolare attenzione il
rapporto tra territorio e tartufaie controllate e autorizzate.
Nella fase di rinnovo, gli enti preposti sono chiamati a
verificare il rispetto delle normative vigenti". Il presidente
ha definito poi "assurdo effettuare verifiche solo formali su
una percentuale troppo bassa delle concessioni".
È stato il presidente dell'associazione 'Tartufai Altotevere',
Alessandro Ghigi, che dopo un breve excursus storico
sull'importanza economica e storico-culturale del tartufo nella
Valtiberina, a rimarcare come l'Umbria si sia dotata di una
buona legge (1/2015-Testo unico agricoltura), ma che non viene
sufficientemente applicata rispetto alla gestione delle
concessioni delle tartufaie controllate. Per Ghigi mancherebbero
quindi i controlli sul territorio atti a verificare il rispetto
delle norme vigenti. "Tutti - ha detto - si sentono autorizzati
ad una tabellazione selvaggia. La non applicazione della legge
provoca conflittualità con i liberi cavatori".
Cristiano Casagrande di Confagricoltura Umbria ha
sottolineato, tra l'altro, come la legge regionale in merito
trovi un suo equilibrio fra i diritti di chi è proprietario di
territori con vocazione dello sviluppo del tartufo ed i diritti
dei tartufai. "L'individuazione delle tartufaie controllate - ha
detto - serve a mettere in condizione i proprietari del terreno
di poter svolgere legittimamente la propria attività per poterne
ricavare beneficio economico. Su questo dobbiamo basare ogni
ragionamento. La nostra legge regionale lascia comunque ampio
spazio di lavoro ai raccoglitori. La Regione ha preso un impegno
strategico per lo sviluppo della filiera economica del tartufo
dove tutti avranno un ruolo importante".
Grohman dopo aver assicurato la programmazione di un incontro
con le associazioni dei tartufai per il prossimo mese di
settembre, ha ricordato che l'assessore Roberto Morroni, già da
mesi, sta privilegiando un approfondimento sulla filiera del
tartufo, per ridarle slancio anche in funzione della promozione
del prodotto sia da un punto di vista economico che turistico e
per la valorizzazione del territorio. "La legge - ha detto - ha
cercato di individuare l'equilibrio tra le esigenze del libero
ricercatore e quelle del proprietario dell'area".
L'amministratore unico di Afor, Maraghelli ha detto di aver
trovato una gestione non univoca del settore, con alcune
Comunità montane che applicavano in maniera diversa la normativa
legislativa. Il dirigente di Afor, Marco Vinicio Galli ha
ribadito come l'Agenzia stia facendo un importante lavoro di
omogeneizzazione rispetto a nove modus operandi, tanti quanti
erano le Comunità montane. È stata predisposta un'unica
posizione organizzativa per le tartufaie controllate e
coltivate.
Bettarelli ha quindi sottolineato come "il tartufo rappresenta
una parte importante del patrimonio economico, culturale e
sociale di un territorio.
Sarà essenziale un dialogo chiaro e costruttivo e
nell'eventualità si ritenesse necessaria una rivisitazione della
normativa va prevista la predisposizione di un tavolo
partecipato da tutti i soggetti interessati, rappresentanti
dell'intero territorio regionale. Bisogna capire dove si può
migliorare e se esistono le condizioni per farlo. È importante
ragionare per comparti - ha detto - tenendo in alta
considerazione le diversità dei territori".
Per Fabio Paparelli, Pd, "chi rilascia la concessione deve
essere anche titolare dei controlli, prevedendone le modalità
nella stessa legge". "In passato - ha ricordato - ho più volte
suggerito, a seguito della legge Delrio, di valutare se porre in
capo la concessione e i controlli (attraverso la propria
Polizia) alle Province che oggi, di fatto, sono associazioni di
Comuni".
Il presidente Mancini ha assicurato le Associazioni presenti
sulla massima considerazione rispetto alle loro istanze e dopo
l'acquisizione di tutta la documentazione necessaria per
approfondire adeguatamente la materia, la Commissione darà vita,
nel prossimo mese di settembre, ad un tavolo tecnico che possa
definire le dicotomie evidenziate nel corso della riunione.
"Dobbiamo guardare la nascente filiera del tartufo - ha
sottolineato - al di fuori da ogni contrapposizione. Saranno
probabilmente necessarie le riperimetrazioni di alcune aree del
territorio regionale. Importante è alzare i livelli di controllo
e difendere l'ottima qualità dei nostri tartufi che
contribuiscono al prestigio dell'Umbria nel mondo".
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