"Il tempo dell'attesa è finito e
non si può continuare a scaricare le gravi inadempienze del
sistema carcerario sulla polizia penitenziaria ridotta all'osso
e senza strumenti adeguati per affrontare queste situazioni": a
sottolinearlo è il garante dei detenuti della Regione Umbria,
l'avvocato Giuseppe Caforio, dopo il suicidio di un detenuto a
Terni. "Ha tutto il sapore amaro del facile profeta inascoltato
la notizia dell'ennesima morte, all'esito della oramai solita
rissa conclusasi con l'ultimo suicidio in ordine di tempo"
afferma.
"Queste morti sono sulla coscienza di tanti e sono indegni
per una comunità civile come quella umbra" evidenzia ancora
Caforio per il quale "ognuno deve fare la sua parte". "Le
procure della Repubblica territorialmente coinvolte - aggiunge -
devono aprire fascicoli per accertare se a monte
nell'organizzazione vi siano responsabilità penalmente
rilevanti. La politica deve affrontare il tema in modo serio e
propositivo e per questo chiedo che il consiglio regionale
dediche una seduta al tema delle carceri umbre partendo dai
problemi sanitari per finire alla attivazione vera e immediata
delle agognate Rems. Il dipartimento penitenziario deve
assicurare il trasferimento altrove fuori dall'Umbria di almeno
200 detenuti, di cui 100 da Terni che somiglia sempre più ad una
polveriera. Infine il ministero deve assicurare una integrazione
della polizia penitenziaria che dovrà essere di numero adeguato
e con formazione specifica. Queste le risposte ad horas che ogni
Autorità competente deve dare".
"Il garante dei detenuti permanendo questa situazione si
riserva di formalizzare un esposto dettagliata alle procure
della Repubblica per le gravi omissioni perpetrate nel sistema
carcerario Umbria in violazione dei diritti umani come
consacrati dalla Dichiarazione universale sui diritti dell'uomo"
conclude Caforio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA