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Scontro Galleria nazionale Umbria-Terni per un post di Lercio

Promozione con messaggi satirici. Sindaco, sono soldi pubblici

(ANSA) - TERNI, 06 MAR - E' polemica tra Terni e la Galleria nazionale dell'Umbria che ha affidato ad alcuni dei canali social più seguiti, da Le Frasi di Osho a Lercio, da Taffo a Legolize, la propria promozione attraverso dei post satirici con l'hashtag #artedellirriverenza. A far discutere è quello di Lercio: "colto da sindrome di Stendhal nella sala del Perugino, portato d'urgenza a visitare Terni".
    Immediata la reazione, risentita, sui social. Quindi la presa di posizione del sindaco di Terni Leonardo Latini. Per il quale "risulta ben difficile capire come un'istituzione dello Stato, la Galleria nazionale dell'Umbria, per promuovere una mostra bellissima e che dovrebbe far da traino all'intero territorio regionale, possa pensare di sponsorizzare post come quello di Lercio.it basati su banali luoghi comuni che tutti insieme dovremmo contribuire a sfatare". "Mi sembra, da ternano e da umbro, uno scivolone incomprensibile e inaccettabile" sottolinea ancora.
    "Se dovessimo avere un controllo allora è inutile andare a fare satira" la replica al TgR Umbria di Marco Pierini, direttore del museo con sede nel capoluogo regionale che in questi giorni dedica una grande mostra al Perugino. "Scegliere di lavorare con Lercio e gli altri - aggiunge - significa affidarsi alla loro creatività. Certamente chiedergli di non passare le righe ma francamente non mi sembra questo il caso. Se poi a qualcuno è sembrato ci dispiace, ma la cifra scelta è proprio quella della satira anche un po' graffiante. Se poi dobbiamo farla edulcorata allora compriamo una pagina di pubblicità".
    "A noi ternani l'ironia piace moltissimo, direi che ce ne nutriamo fin dalla nascita" la risposta su Facebook del sindaco.
    "Quello che il direttore non capisce, o fa finta di non capire - aggiunge -, è che non si possono spendere soldi pubblici per prendere per i fondelli Terni. Non capisce che l'immagine ha un costo e provare a minare quella degli altri è un danno non solo culturale, ma anche economico. Non capisce nemmeno che i luoghi comuni si superano se tutti remano dalla stessa parte: Regione e Comune lo stanno facendo, la Galleria nazionale dell'Umbria evidentemente no". "Vediamo che ne pensa il ministero" conclude Latini. (ANSA).
   

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