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E' morto Ilario Castagner

E' stato allenatore del Perugia e di diverse altre squadre

E' morto Ilario Castagner, allenatore storico del Perugia e di diverse altre squadre italiane. Lo ha annunciato il figlio Federico su Facebook e la notizia è stata confermata all'ANSA dal sindaco di Perugia, Andrea Romizi, che ha espresso cordoglio per la scomparsa dell'ex tecnico, che aveva 82 anni. "Oggi se ne è andato il sorriso più bello del Calcio italiano" ha scritto su Facebook Federico Castagner. "Grazie a tutti i medici e al personale sanitario dell'ospedale 'Santa Maria della Misericordia' di Perugia che in queste ultime settimane si sono presi cura di lui. Ciao papá..." ha aggiunto. Castagner, che aveva compiuto lo scorso dicembre 82 anni, era stato allenatore del 'Perugia dei miracoli' ma anche tecnico di Lazio, Milan e Inter.

Il calcio piange Castagner, guidò il Perugia dei miracoli

Tecnico-gentiluomo anche sulle panchine di Lazio, Milan e Inter

 

(di Riccardo Gasperini e Claudio Sebastiani)

Ilario Castagner se ne è andato in punta di piedi. Senza clamori, come era nel suo stile, sul campo di calcio e fuori. Anche se il caso ha voluto che la notizia della sua morte, all'età di 82 anni, arrivasse proprio mentre il Perugia, che con lui in panchina divenne "dei miracoli", la prima squadra imbattuta in A, superava al Curi la Ternana nel derby umbro. "Oggi se ne è andato il sorriso più bello del Calcio italiano. Ciao papá..." ha scritto su Facebook il figlio Federico. Ilario Castagner è stato simbolo del calcio e figura chiave della storia sportiva del Perugia. Originario di Vittorio Veneto (Treviso), da giovanissimo calciatore ebbe la prima esperienza in biancorosso all'inizio degli anni Sessanta. Furono solo le prime pagine di un legame che diventò ancora più forte nella sua ricca carriera da allenatore. Atalanta, Lazio, Milan e Inter fra le altre squadre da lui guidate. Ma per Castagner c'è stato soprattutto tanto Perugia, a partire dal periodo d'oro fra il 1974 e il 1980. Proprio alla fine del campionato 1974-1975 la prima grande gioia, con una storica promozione in serie A. In occasione di un'intervista per i suoi 80 anni, all'ANSA raccontò di avere ancora impresse nella mente le immagini della città "che si tinse di biancorosso". Castagner di lì a poco avrebbe scritto un'altra pagina gloriosa del Perugia e del calcio. Nella stagione 1978-1979 infatti il suo "Perugia dei miracoli", chiuse imbattuto il campionato di serie A. Fu la prima squadra a riuscirci e lui il primo allenatore. Ricordando quell'impresa, con orgoglio disse che "Milan e Juventus arrivarono dopo". I biancorossi in quella stagione, rimasta comunque storica, chiusero al secondo posto, con 41 punti dietro al Milan che ne fece 44. "Se non si fosse fatto male Franco Vannini - disse Castagner - saremmo finiti primi, con lui avremmo conquistato quei cinque punti in più per lo scudetto". Con Castagner, poi tornato alla guida del Perugia nelle stagioni 1993-1995 e 1998-1999, se ne va un altro simbolo della storia calcistica del Perugia, che da un anno ha pianto la scomparsa di un altro nome importante, Pierluigi Frosio, libero e capitano di quella squadra. "Il mio cuore piange per il dolore della tua scomparsa e con me piangono tutti coloro che ti hanno conosciuto e voluto bene" scrisse il suo allenatore. "Castagner ha scritto una pagina storica del calcio italiano con il suo Perugia, un record di imbattibilità scolpito tra le imprese della Serie A", lo ricorda Lorenzo Casini, il presidente della Lega Serie A, esprimendo il cordoglio per la scomparsa di "un personaggio simbolo del nostro sport, un uomo mai sopra le righe, esempio e maestro per molti calciatori e allenatori". Il sindaco di Perugial Andrea Romizil lo ha ricordato come "leggenda del calcio italiano. Un allenatore che ha scritto la storia di questo sport, ma anche la figura di riferimento, paterna e carismatica, sempre pronto a correre in aiuto del 'suo' Perugia". "Il vuoto umano è ancora più grande. Ilario Castagner era una persona rara, un gentiluomo d'altri tempi, un uomo dal cuore d'oro, amato da tifosi e calciatori. Un professionista che incarnava valori che nel calcio di oggi sono sempre più rari e il cui nome resterà per sempre indissolubilmente legato a Perugia e al Perugia" ha sottolineato il sindaco.

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