(ANSA) - PERUGIA, 20 MAG - Si è svolto a Perugia, alla
presenza di oltre 300 tra medici, operatori sanitari,
socio-sanitari ed educativi, provenienti da tutta l'Umbria e di
numerosi studenti universitari dei corsi di laurea sanitari, il
convegno regionale " La Medicina Narrativa nella pratica
clinica: esperienze umbre a confronto" . Erano presenti il
direttore del dipartimento di Medicina dell'Università di
Perugia Nicola Talesa, il direttore della sanità regionale
Massimo Braganti e il direttore generale facente funzione
dell'azienda ospedaliera di Perugia Giuseppe De Filippis.
La medicina narrativa (Narrative Based Medicine) - spiegano i
promotori in una nota - ha visto il suo esordio dagli anni '90
ad opera della fondatrice Rita Charon, medico internista e
docente di Clinica medica alla Columbia University di New York.
Assunto centrale è la relazione tra medico e paziente che
consente di dar vita ad un approccio consapevole e partecipato.
L'Organizzazione mondiale della salute ha pubblicato nel
settembre 2016 un documento per l'applicazione dei metodi
narrativi da recepire nei diversi sistemi sanitari nazionali, ed
anche in Italia, dagli anni 2000 è cresciuto in modo
esponenziale l'interesse nei confronti della medicina narrativa,
che ha visto confluire nella Società italiana di medicina
narrativa (Simen) numerose esperienze di laboratori formativi e
progetti di ricerca scientifici.
"Anche in Umbria c'è stato un fiorente sviluppo dell'approccio
narrativo - ha spiegato la dottoressa Maristella Mancino
dell'Azienda ospedaliera di Perugia - ad opera di professionisti
che anche in occasione di questo convegno si sono ritrovati per
mettere insieme le esperienze realizzate in tutte le quattro
aziende sanitarie regionali. La crescente importanza del
rapporto tra medici e pazienti - ha aggiunto - risponde
all'esigenza crescente di garantire la personalizzazione delle
cure nella narrazione sia del paziente sia di chi se ne prende
cura: ampiamente dimostrato che questo approccio riveste
effetti benefici anche sugli operatori sanitari, consentendo di
raggiungere obiettivi quali la prevenzione del burnout, il
rafforzamento del team e la riduzione del rischio clinico e del
rischio di contenzioso". (ANSA).
L'ascolto del paziente, la scienza conferma che è già cura
Esperti a convegno a Perugia sulla medicina narrativa
