Il Corecom dell'Umbria ha avviato
un progetto di "media education" rivolto soprattutto agli
studenti, che consiste in una serie di incontri con esperti per
approfondire i temi della comunicazione e dell'utilizzo della
rete: il primo si è svolto nella sala consiliare della Provincia
di Perugia con Matteo Grandi, autore del libro "La verità non ci
piace abbastanza", edito da Longanesi.
Presenti la presidente del Corecom Umbria, Elena Veschi, e gli
studenti di una classe dell'Itet Capitini di Perugia, mentre
on-line c'erano diverse classi del liceo "Majorana" di Orvieto,
dell'Ipsia "Orfini" di Foligno e di altri istituti superiori di
Perugia.
Molti i temi trattati: cosa succede quando mettiamo un "mi
piace" sui social, come funzionano gli algoritmi e come trovare
il modo di aggirarli, "per esempio - ha spiegato Grandi -
andando a interagire con profili distanti dalle nostre idee,
oppure mettendo like a pagine e utenti ideologicamente molto
distanti fra loro per 'confondere' l'algoritmo ed evitare che la
selezione di informazioni che ci viene proposta sia troppo
parziale". O ancora, come avviene la nostra "profilazione" in
rete, che ci fa vedere messaggi "personalizzati", spesso non
veritieri e comunque in una forma di manipolazione.
Come difendersi? È il titolo dell'ultimo capitolo del libro.
"Prima di imparare a riconoscere le bufale - ha spiegato
l'autore - dovremmo imparare a non condividere nessuna notizia
se non abbiamo avuto tempo e modo di verificarla e se non siamo
assolutamente certi della sua veridicità. La difesa dalla
disinformazione non potrà mai essere collettiva, ma deve essere
individuale. Acquisire conoscenza e consapevolezza, verificando,
attingendo a più fonti, mettendo in discussione i nostri
pregiudizi, uscendo dalle sabbie mobili della polarizzazione,
prendendo atto che la verità può anche essere diversa da quella
che vorremmo sentirci raccontare, imparando a diffidare e al
tempo stesso a riconoscere i soggetti affidabili".
"Non è semplice - ha concluso - e può richiedere un impegno al
quale, come meri fruitori delle notizie, non eravamo abituati.
Ma è l'unica soluzione che abbiamo. E ne vale la pena".
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