"Per avere una stima di come la
biodiversità sta cambiando servirà ancora tempo, ma ogni anno di
studio ci garantirà risultati entusiasmanti" anticipa Tappeiner.
Infatti, dopo due anni di lavoro il gruppo di ricerca dispone
dei dati che confermano la relazione tra la presenza di
biodiversità e la composizione del paesaggio: i siti di
rilevamento circondati da numerosi habitat differenti sono
quelli che ospitano un numero maggiore di specie. Si considerano
habitat anche gli insediamenti come i masi tipici con i loro
giardini, muri di pietra, siepi e zone umide. I dati del
monitoraggio indicano per esempio che in un frutteto confinante
con un bosco o con un torrente si trovano in media più specie
rispetto a quelle presenti in un frutteto circondato da altre
coltivazioni di frutta. La stessa tendenza è stata individuata
per i paesaggi prativi poco vari della zona collinare: la
ricerca ha mostrato come l'accorpamento di piccoli fondi in ampi
appezzamenti di monoculture, con la rimozione di elementi
strutturali divisori come siepi e filari di alberi, riduca la
biodiversità.
Di particolare importanza per la biodiversità sono gli
habitat delle zone umide che svolgono una funzione importante
come fonte di cibo e luogo di abbeveraggio per la fauna. Il
monitoraggio ha mostrato che proprio in questi habitat è
presente la maggior parte delle specie inserite nella cosiddetta
"Lista rossa", ovvero le piante e gli animali a rischio di
estinzione nel nostro territorio.
Oltre ai 320 siti di terra, le ricercatrici e i ricercatori
impegnati nel monitoraggio hanno iniziato quest'anno a esaminare
anche parte dei 120 siti di acque correnti. Sono fiumi e
torrenti situati a diverse fasce altitudinali che ospitano
numerose specie di insetti acquatici. La loro analisi è molto
rilevante: le larve acquatiche, per esempio, hanno bisogno di
habitat molto specifici e quindi sono validi indicatori della
struttura ecologica dei corsi d'acqua e della qualità
dell'acqua.
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