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Consiglio Trento: 2,3 mln di euro a famiglie in difficoltà

Consiglio Trento: 2,3 mln di euro a famiglie in difficoltà

Grazie ad avanzo amministrazione pari a 2.499.425 euro

TRENTO, 12 maggio 2022, 14:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Conferenza dei capigruppo in Consiglio provinciale a Trento ha dato via libera al rendiconto generale 2021. Ancora una volta - si legge in una nota - si registra un avanzo di amministrazione disponibile, pari a 2.499.425 euro (contro i 2.034 del 2020). Oltre 2 milioni e 300.000 euro potranno essere restituiti alla Provincia e poi destinati alle famiglie trentine in difficoltà. Il Consiglio - ricorda la nota - ha contribuito a questa finalità con 1,930 milioni di euro nel 2018, 3,165 nel 2019, 3 nel 2020 e appunto 2,3 nel 2021 (nel triennio fanno 8 milioni e 465.000 euro).
    Le entrate 2021 sono cresciute a 9 milioni e 78.640 euro (nel 2020 furono 8.309.541), la spesa è stata di 8.840.513 euro (nel 2020 8.590.226), con lieve aumento dovuto a quattro pensionamenti e relative indennità di fine servizio.
    Il 53,73% della spesa totale si deve ai costi per il personale, che sono in calo rispetto ad inizio legislatura. Il Consiglio provinciale - si sottolinea nella nota - è un ottimo pagatore, visto che paga le fatture con 14,6 giorni di anticipo medio rispetto alla data di scadenza. Il presidente Walter Kaswalder ha spiegato che mancano 4-5 dipendenti rispetto alla pianta organica, ma che si sta provvedendo ed entro l'anno verrà fatta in particolare un'assunzione al Servizio legislativo, su cui contano i consiglieri provinciali. Il consigliere Filippo Degasperi (Onda Civica) ha manifestato il disagio dei gruppi consiliari, in particolare i piccoli, per la dotazione di personale e di attrezzatura informatica ridotta all'osso, "mentre però il Consiglio restituisce soldi del suo bilancio all'ente Provincia".
    Alex Marini (M5S) ha suggerito di approfondire l'esempio del Consiglio regionale della Lombardia, dove i dipendenti dei gruppi sono assunti dall'ente assembleare e non dai gruppi stessi, con economie di scala evidenti. Degasperi e Vanessa Masè hanno invece evidenziato che occorre rappresentare alla Corte dei Conti la difficoltà creata dal nuovo orientamento della magistratura contabile a livello statale, laddove ha spostato l'imputazione a bilancio delle spese dei gruppi per le necessarie collaborazioni, di fatto rendendo arduo coprirne i costi con i fondi disponibili sul corretto capitolo.
   

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