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Doping: Schwazer, volevano distruggere credibilità di Donati

Doping

Doping: Schwazer, volevano distruggere credibilità di Donati

"L'atleta è l'anello più debole, difficile dimostrare innocenza"

BOLZANO, 10 settembre 2021, 11:03

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Volevano colpire Sandro (Donati, ndr). Ha certamente contribuito il fatto che io fossi il suo atleta e avessi depositato in tribunale contro dei medici.
    Volevano colpire due piccioni con una fava: me per quanto riguardo lo sport e Sandro Donati per l'antidoping. Volevano distruggere la sua credibilità". Lo dice Alex Schwazer in un intervista al portale news altoatesino Salto.bz, grazie al quale Donati presenterà domani a Bolzano il suo libro "I signori del doping".
    "Se solo io fossi stato il problema sarebbe bastata una mia squalifica durante la gara di coppa del mondo a Roma. Con la decisione del giudice di gara sarei stato escluso dalle Olimpiadi", aggiunge. Secondo l'ex marciatore, "l'atleta è l'anello più debole. Se vieni testato positivo è quasi impossibile dimostrare il contrario. Non tutti gli atleti che risultano positivi sono colpevoli. Ci sono errori e impurezze.
    Ma è estremamente difficile dimostrare la propria innocenza. Il sistema non deve dimostrare la tua colpa, ma tu la tua innocenza", afferma.
   

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