"Il Covid mi aveva bloccata, poi mi
sono detta: basta, adesso devi far ridere le persone. Una risata
fa bene allo spirito e al fisico, e ne abbiamo bisogno, dopo
tanti mesi di angoscia, io per prima". Più che una promessa, è
una certezza di divertimento quella che Teresa Mannino fa al suo
pubblico, con tanti progetti, a cominciare da un tris di
spettacoli pronti a sbarcare sul Nove: in prima assoluta il 10
settembre alle 21.25 andrà in onda "Sento la Terra girare", poi
a seguire, venerdì 17 e giovedì 23 sempre alla stessa ora,
arriveranno "Sono nata il ventitré" e "Terrybilmente divagante".
"Il teatro resta un'esperienza speciale, ma sono felice che i
miei spettacoli vadano in tv, è un modo divertente e bello di
vederli", dice in un'intervista all'ANSA l'attrice palermitana,
che a ottobre tornerà a calcare il palco di Zelig su Canale 5 e
in primavera sarà al cinema con la commedia "Io e mio fratello"
di Luca Lucini. "Sono contenta soprattutto per Sento la Terra
girare, lo spettacolo che ho dovuto interrompere a febbraio 2020
per via del Covid. Nonostante sia stato scritto ormai mesi fa,
parla di temi che incredibilmente restano attuali". Nello
spettacolo, con la consueta energia comica, l'attrice prende di
petto il tema del disastro ambientale che minaccia il futuro del
pianeta. "In questo spettacolo parlo di cose di cui non pensavo
sarei riuscita a occuparmi, come la disattenzione di noi umani
che ci ha portato al punto in cui siamo e la necessità urgente
di prendersi cura di tutti", racconta. "So che a nessuno piace
discutere della fine del mondo, è faticoso ma necessario: è
importante che le persone sappiano e agiscano di conseguenza,
affinché poi si possa muovere la politica". "Sembra passato un
millennio da quando l'ho scritto: ora le persone si sono
incupite e sono in preda all'ansia, anche i giovani. Chi fa il
mio lavoro deve avere una consapevolezza maggiore, e molta più
delicatezza", prosegue. "In questo ultimo anno e mezzo ho
riflettuto sul far ridere, ma poi ci ha pensato la dad di mia
figlia a sbloccarmi, con quelle povere insegnanti che già dal
primo minuto si sentivano chiedere dagli studenti se potevano
andare al bagno", spunti ai quali ha dedicato una serie di
esilaranti video in quarantena diventati virali. Come siamo
cambiati nell'ultimo periodo? "Forse negli ultimi lunghi giorni,
sempre identici, ci siamo resi conto di quello che può accadere
quando le cose cambiano a tal punto da far crollare le società.
Siamo molto concentrati su noi stessi, sul green pass, sui
vaccini e su quella che ancora chiamiamo un'emergenza ma che
dopo quasi due anni non lo è più: la paura ci ha fatto fare
delle fesserie, abbiamo perso di vista problemi urgenti, come la
sanità pubblica, la scuola, l'ambiente", prosegue, "viviamo nel
presente e basta, ma per fortuna si può cambiare in poco tempo,
con volontà e consapevolezza. Per questo ne parlo nello
spettacolo, partendo da Disattenzione, la poesia di Wislawa
Szymborska". Rispetto agli inizi della carriera, oggi lavora in
modo diverso? "Il metodo di scrittura è cambiato negli anni,
prima andavo in giro e annotavo in modo frammentato quello che
mi accadeva sui dei pizzini. Ora il mio lavoro è più riflessivo
e molto più lungo. Scrivo una cosa che da seria poi diventa
comica", spiega, "sul palco invece vado sempre serena ma solo
perché sono matta, se non sto davanti a 1000 persone sto male".
E l'elemento autobiografico, è ancora fondamentale? "Oggi è meno
presente, ma non può mancare, magari quando sarò grande riuscirò
a rinunciarci. Forse è un mio vezzo. E poi le cose che fanno
ridere di più sono sempre quelle personali: io faccio una vita
normale e gli altri si identificano. Non sono certo una diva".
Com'è la nuova vita a Palermo, è questa città oggi la sua nuova
"casa"? "E' ancora più Milano la mia casa, ma Palermo è
l'infanzia, è quello che mi smuove un ricordo, un'emozione,
un'incazzatura. E poi è un sud del mondo, interessante come
punto di vista in questo momento. Qui è tutto vivo e resterò
ancora un po'. A Milano è stata una vita molto bella, quella in
cui sono potuta essere me stessa totalmente, in cui mi sono
realizzata e sono diventata mamma. Ma a Palermo è come se i miei
sensi riconoscessero tutto con una profondità diversa: con la
finestra chiusa so dire come è il tempo. E' un luogo mio". Quali
progetti ci sono nel suo futuro lavorativo? Zelig e poi? "Sono
felice, non vedo l'ora di tornare a Zelig: ci sarà il pubblico,
ritroverò i miei amici, faro ridere e mi divertirò anche io",
dice l'attrice, "poi ho appena finito di girare Io e mio
fratello, una deliziosa commedia di Luca Lucini, un film che è
come un quadro di Renoir, di quelli che levano l'angoscia.
Adesso sto anche scrivendo tanto: ho un progetto tv che proporrò
a Nove, rete con cui mi trovo benissimo, e il nuovo spettacolo
che farò in teatro, finalmente davanti al pubblico".
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