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I segreti della Pixar, come nascono i capolavori

I segreti della Pixar, come nascono i capolavori

ROMA, 15 novembre 2020, 17:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Francesca Pierleoni) Le vie dell'ispirazione, il lavoro di gruppo, il modo in cui la vita quotidiana degli autori entra nei film, le maniere nelle quali i copioni nascono e si modificano, in un processo capace di produrre spesso capolavori. Sono i percorsi di Pixar - Dietro le quinte, la nuova docuserie che ha appena debuttato su Disney+, nella quale si traccia un viaggio nella grande casa d'animazione, attraverso i brevi autoritratti di cinque componenti della 'famiglia': Kemp Powers, cosceneggiatore e coregista di Soul (il nuovo film Pixar in arrivo a Natale proprio su Disney+, dopo aver rinunciato all'uscita in sala); la character art director, Deanna Marsigliese, il regista Steven Hunter; la segretaria di edizione Jessica Heidt e l'animatore e regista di Monsters University e Onward Dan Scanlon. "Non ho idea di come si trovi l'ispirazione. Il segreto per inventare la trama di un film è cercare momenti difficili o con i quali hai ancora un conto in sospeso" spiega Scanlon, ricordando la sua infanzia in una cittadina in Michigan. Per Deanna Marsigliese, grandi sorrisi e Look anni '50, l'ispirazione in Pixar è "la nostra migliore amica" ma quando ci si blocca, per inventare un personaggio, "bisogna anche praticare l'arte di cambiare prospettiva - racconta -. Ogni film è una nuova classe e ricominci ad imparare un nuovo linguaggio, un nuovo design, un nuovo stile di animazione". Al momento Deanna sta lavorando su 'Luca', primo film Pixar diretto da un italiano, Enrico Casarosa, "che ha tratto ispirazione per la storia dalla propria infanzia. Ho detto subito sì perché anche la mia famiglia viene dall'Italia - sottolinea - -. Per ispirarci ci hanno mandato in gruppo nelle Cinque Terre con blocchi e telecamere. Io mi sono focalizzata soprattutto sulle persone, 24 ore al giorno e molto di quello che ho visto finirà nei personaggi". Kemp Powers, che prima di diventare sceneggiatore è stato per 17 anni giornalista, si sofferma su quanto scrivere un film d'animazione, "racchiuda tutti gli altri stili di scrittura".
    Per lui Soul è un "dream project, lo sento molto vicino a me, visto che il protagonista è un afroamericano di mezz'età che ama il jazz - dice sorridendo -. Scrivere è un lavoro solitario ma alla Pixar diventa un lavoro di squadra, tutto nasce dalla collaborazione reciproca". La sovrapposizione tra vita e cinema è ancora più forte per Steven Hunter, autore di Out, un corto Pixar su un giovane uomo che vuole trovare il coraggio di fare coming out con i suoi genitori: "Sono cresciuto in una cittadina canadese, dove si pensava soprattutto all'hockey. Cercavo di essere come tutti gli altri e nascondevo il fatto di essere gay, con risultati pessimi - ricorda-. Era difficile trovare qualcuno con cui confrontarsi... io cerco di scrivere storie per quel ragazzino". In Pixar il rinnovamento passa attraverso la rappresentatività: un aspetto a cui sta particolarmente attenta la segretaria di edizione Jessica Heidt, che rendendosi conto lavorando a Cars 3 di quanti pochi personaggi femminili, di rilievo e non, ci fossero nei loro film, ha realizzato tabelle sui numeri di battute, portando la Pixar a rendere l'attenzione ai generi un elemento base della creazione dei film. "Ora le donne sono molto più rappresentate - spiega - In Soul "siamo al 50 e 50. Questo non vuol dire che si debba avere sempre la stessa proporzione, l'obiettivo è sempre che le storie possano essere raccontate al meglio".
   

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