(di Francesca Pierleoni) Le vie
dell'ispirazione, il lavoro di gruppo, il modo in cui la vita
quotidiana degli autori entra nei film, le maniere nelle quali i
copioni nascono e si modificano, in un processo capace di
produrre spesso capolavori. Sono i percorsi di Pixar - Dietro le
quinte, la nuova docuserie che ha appena debuttato su Disney+,
nella quale si traccia un viaggio nella grande casa
d'animazione, attraverso i brevi autoritratti di cinque
componenti della 'famiglia': Kemp Powers, cosceneggiatore e
coregista di Soul (il nuovo film Pixar in arrivo a Natale
proprio su Disney+, dopo aver rinunciato all'uscita in sala); la
character art director, Deanna Marsigliese, il regista Steven
Hunter; la segretaria di edizione Jessica Heidt e l'animatore e
regista di Monsters University e Onward Dan Scanlon. "Non ho
idea di come si trovi l'ispirazione. Il segreto per inventare la
trama di un film è cercare momenti difficili o con i quali hai
ancora un conto in sospeso" spiega Scanlon, ricordando la sua
infanzia in una cittadina in Michigan. Per Deanna Marsigliese,
grandi sorrisi e Look anni '50, l'ispirazione in Pixar è "la
nostra migliore amica" ma quando ci si blocca, per inventare un
personaggio, "bisogna anche praticare l'arte di cambiare
prospettiva - racconta -. Ogni film è una nuova classe e
ricominci ad imparare un nuovo linguaggio, un nuovo design, un
nuovo stile di animazione". Al momento Deanna sta lavorando su
'Luca', primo film Pixar diretto da un italiano, Enrico
Casarosa, "che ha tratto ispirazione per la storia dalla propria
infanzia. Ho detto subito sì perché anche la mia famiglia viene
dall'Italia - sottolinea - -. Per ispirarci ci hanno mandato in
gruppo nelle Cinque Terre con blocchi e telecamere. Io mi sono
focalizzata soprattutto sulle persone, 24 ore al giorno e molto
di quello che ho visto finirà nei personaggi". Kemp Powers, che
prima di diventare sceneggiatore è stato per 17 anni
giornalista, si sofferma su quanto scrivere un film
d'animazione, "racchiuda tutti gli altri stili di scrittura".
Per lui Soul è un "dream project, lo sento molto vicino a me,
visto che il protagonista è un afroamericano di mezz'età che ama
il jazz - dice sorridendo -. Scrivere è un lavoro solitario ma
alla Pixar diventa un lavoro di squadra, tutto nasce dalla
collaborazione reciproca". La sovrapposizione tra vita e cinema
è ancora più forte per Steven Hunter, autore di Out, un corto
Pixar su un giovane uomo che vuole trovare il coraggio di fare
coming out con i suoi genitori: "Sono cresciuto in una cittadina
canadese, dove si pensava soprattutto all'hockey. Cercavo di
essere come tutti gli altri e nascondevo il fatto di essere gay,
con risultati pessimi - ricorda-. Era difficile trovare qualcuno
con cui confrontarsi... io cerco di scrivere storie per quel
ragazzino". In Pixar il rinnovamento passa attraverso la
rappresentatività: un aspetto a cui sta particolarmente attenta
la segretaria di edizione Jessica Heidt, che rendendosi conto
lavorando a Cars 3 di quanti pochi personaggi femminili, di
rilievo e non, ci fossero nei loro film, ha realizzato tabelle
sui numeri di battute, portando la Pixar a rendere l'attenzione
ai generi un elemento base della creazione dei film. "Ora le
donne sono molto più rappresentate - spiega - In Soul "siamo al
50 e 50. Questo non vuol dire che si debba avere sempre la
stessa proporzione, l'obiettivo è sempre che le storie possano
essere raccontate al meglio".
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