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Google cambierà policy sugli annunci politici

Indiscrezione del Wsj, dopo il bando di Twitter

Google sta pensando di apportare modifiche alla sua policy riguardante gli annunci pubblicitari politici. L'indiscrezione arriva da Wall Street Journal ad un anno dalle prossime elezioni presidenziali del 3 novembre e a pochi giorni dalla decisione di Twitter di bloccare gli spot politici sulla propria piattaforma.

Secondo il Wsj, Google avrebbe tenuto riunioni interne su possibili modifiche alla policy e prevede di condividere ulteriori informazioni con i propri dipendenti già questa settimana. Le modifiche potrebbero essere correlate all'individuazione del pubblico a cui sono destinate. E interesserebbero sia il motore di ricerca sia YouTube, la piattaforma video di proprietà della società californiana.

Il dibattito interno a Google arriva mentre altri due giganti del web, Twitter e Facebook, affrontano la questione diversamente. A fine ottobre Jack Dorsey, numero uno del microblog, ha deciso di bloccare tutte le inserzioni pubblicitarie perché "comporta significativi rischi politici" e può "essere usata per influenzare voti". Mentre la piattaforma di Mark Zuckerberg ha continuato a difendere la sua linea: Facebook è nata per dare voce a tutti e si schiera dalla parte della libera espressione.

"Twitter ha fatto bene. Facebook dovrebbe fare la stessa cosa", così Hillary Clinton promuove la decisione della società che cinguetta. "Durante la campagna del 2016" sui social "c'erano pubblicità da più fonti e poi hanno rivelato che le pubblicità pagate in rubli erano parte di quelle" che si vedevano sulle piattaforme, dice l'ex candidata alla Casa Bianca, definendo le sempre più numerose pubblicità politiche fuorvianti una "vera minaccia alla nostra economia.

Dopo le elezioni presidenziali del 2016 e l'esplodere del fenomeno delle fake news, anche nel corso delle campagne elettorali di altri paesi, le piattaforme web sono finite spesso sul banco degli imputati.


   

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