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Gb - Odissea quarantena ai confini, il diario di un'italiana

Scarse informazioni, confusione agli imbarchi, incerto coordinamento tra il governo di Boris Johnson e i vettori aerei

Redazione ANSA LONDRA

 Scarse informazioni, confusione agli imbarchi, incerto coordinamento tra il governo di Boris Johnson e i vettori aerei. A due settimane dall'introduzione - accompagnata da non poche polemiche per la dubbia tempestività - l'obbligo di quarantena per chiunque arrivi nel Regno Unito, con o senza sintomi di coronavirus, resta un insidioso percorso ad ostacoli. Quanto meno nell'esperienza diretta del 'diario' di qualche testimone: incluso chi, come Francesca Amantis, a Londra risiede da anni e ne conosce lingua, norme e mentalità.

"Prima di rientrare nel Regno, proprio perché avevo letto dell'auto-isolamento, avevo controllato sul sito del governo britannico, dove c'era menzione della necessità di un modulo di ingresso". Il primo ostacolo sulla via del ritorno a casa. Un modulo online da compilare prima del decollo per fornire alle autorità britanniche non solo le proprie generalità, ma anche informazioni sul domicilio sull'isola, lo stato di salute, gli spostamenti degli ultimi giorni. Francesca - come molti altri passeggeri del suo stesso volo, in partenza da Fiumicino - si è ritrovata a compilarlo, al cellulare, nella concitazione della partenza. "Almeno io parlo inglese, ma mi chiedo come abbia fatto chi conosce meno la lingua. Non è un semplice inserimento di dati anagrafici - racconta - e richiede un buon quarto d'ora". In assenza di aiuto da parte del personale di terra della compagnia di bandiera, esso stesso all'oscuro di come fare la registrazione. Se al momento dell'imbarco è bastato mostrare la mail di conferma, inviata dal governo britannico una volta completata la registrazione, alla dogana a Heathrow sono quindi emerse altre complicazioni. "Vari passeggeri del mio volo sono stati fermati, immagino perché avessero compilato in maniera non corretta il modulo. E s'è subito formata una coda chilometrica".

Rientrata a casa ormai da giorni, Francesca, inoltre, non ha ancora ricevuto alcun controllo da parte delle autorità incaricate di verificare il rispetto dell'isolamento a casa. "Io non esco perché ritengo sia mio dovere di cittadina rispettare la legge. Mi chiedo però che senso abbia introdurre una simile misura se poi, trascorso un mese, viene tolta". Secondo i media locali, infatti, l'imposizione cautelare potrebbe essere presto cancellata da corridoi aerei con ingressi liberi che frattanto il governo Tory pare stia negoziando tramite accordi bilaterali con almeno una decina di nazioni. Italia compresa.  

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