Visto l'aumento dei casi denunciato dallo stesso premier Benyamin Netanyahu, Israele è agli inizi di una seconda ondata di coronavirus? La direttrice dei servizi sanitari del ministero della salute Sigal Sadetzky ne è convinta, come ha sostenuto parlando ad una Commissione della Knesset. "Abbiamo avuto - ha spiegato - un lungo periodo di oltre due settimane di calma con meno di 20 infezioni al giorno. Poi ha cominciato a salire e salire ed ora ci vediamo vicini a 200 nuove infezioni al giorno". Il problema tuttavia, a giudizio di Sadetzky, non è solo l'aumento nel numero dei positivi, ma qualcosa di ancora più preoccupante. "Ciò che caratterizza l'ondata alla quale stiamo assistendo - ha spiegato - è il fatto di verificarsi in tutto il Paese. Non sappiamo veramente - ha aggiunto - come identificare i gruppi a rischio. La vediamo correre ovunque e diffondersi in un'area geografica molto vasta". I primi cluster della nuova diffusione sono stati nei giorni scorsi le scuole, ma ora - secondo la direttrice del ministero della sanità - c'e' una ulteriore diversificazione.
L'allarme è stato colto dalle autorità di governo: lo stesso premier ha ribadito l'invito agli israeliani ad attenersi strettamente alle regole del distanziamento e delle mascherine, pena - ha ammonito - nuove restrizioni. Anche il potente direttore generale del ministero Moshe Bar Siman Tov che ha gestito l'ondata iniziale della pandemia si è detto "sorpreso" della rapidità della attuale diffusione. Tuttavia si è mostrato più possibilista sulle capacità di contenerla e, soprattutto, senza ricorrere al fermo dell'economia. "Possiamo ancora essere relativamente ottimisti - ha detto - e ridurre la curva senza lockdown. Bisogna attenersi alle linee guida, soprattutto per le mascherine".
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