Tra il 2% e il 3% della popolazione israeliana - pari a oltre 250 mila persone - ha contratto (in larga parte senza sintomi) l'infezione da coronavirus: 14,5 volte di più dei casi confermati, che sono attualmente 17.219. Lo indica il primo studio basato su un campione significativo di 1.700 test sierologici condotto da un team dell'Università di Tel Aviv con l'aiuto del Pronto Soccorso (Magen David Adom). Il campione - hanno segnalato i media - è rappresentativo per età, genere e luogo di residenza e gli anticorpi ancora presenti nel sangue delle persone sottoposte a test testimoniano l'infezione avvenuta.
I test sono stati effettuati nei mesi di marzo e aprile scorso e quindi si suppone che riflettano l'esposizione al virus relativa a quel periodo. I dati hanno rivelato che il tasso di infezione è maggiore tra gli uomini (2,6%) rispetto alle donne (1,2%) e che questa avviene con una percentuale del 3,6% nella fascia di età tra i 40 e i 59 anni. Molto più bassa quella relativa alla fascia di età da 0 a 19 dove il tasso è pari allo 0,8%. "Ad oggi - ha detto il professor Danny Cohen dell'Università di Tel Aviv - sono state registrati solo poco più di 17 mila casi, ma la nostra indagine mostra che per ogni positivo accertato ce ne sono tra 11 e 16 addizionali che non sono stati scoperti". "I risultati indicano che il lockdown ha fatto bene il suo lavoro, ma solo una piccola percentuale della popolazione è stata esposta al Covid-19. E questo significa che siamo lontani dall'immunità di gregge".