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India - Come nel film: vive da 54 giorni nel terminal dell'aeroporto

India - Come nel film: vive da 54 giorni nel terminal dell'aeroporto

11 maggio

NEW DELHI, 19 maggio 2020, 18:17

Redazione ANSA

ANSACheck

Indira Gandhi international airport in New Delhi © ANSA/AFP

Indira Gandhi international airport in New Delhi © ANSA/AFP
Indira Gandhi international airport in New Delhi © ANSA/AFP

Vive da 54 giorni imprigionato nell'area transiti dell'Aeroporto Internazionale Indira Gandhi di New Delhi: la storia, che ricorda quella raccontata da Spielberg nel film "The Terminal", al posto di Tom Hanks nei panni di Viktor Navorski, ha come protagonista Edgard Ziebat, un cittadino tedesco di 40 anni. Il quotidiano Hindustan Times ricostruisce la vicenda di Ziebat, che, durante un viaggio da Hanoi verso Istanbul ha fatto scalo a Delhi lo scorso 18 marzo: quello stesso giorno l'India ha cancellato tutti i voli da e per la Turchia, per poi bloccare tutti gli altri collegamenti internazionali il 24 di marzo.
Secondo il racconto degli agenti dell'Ufficio Immigrazione indiana, Ziebat, privo del visto indiano, all'inizio non era solo: nella sua stessa situazione si erano ritrovati numerosi altri stranieri, atterrati come lui a Delhi in transito, senza visto di ingresso in India. Per tutti, grazie all'intervento delle rispettive ambasciate, l'India ha concesso visti di ingresso temporaneo. Ma per Ziebat non è stato possibile: su di lui pende infatti un mandato di accusa internazionale, a causa del quale la Germania si è rifiutata di assumerne la custodia e l'India non ha concesso il visto di ingresso.
E così, in attesa del ripristino dei voli internazionali, Ziebat vive da 54 giorni, solo con il suo trolley, in un'area deserta del Terminal 3 dell'Aeroporto Internazionale Indira Gandhi, nel quale, come in tutto il paese, a esclusione dei cargo che decollano carichi di merci essenziali e di alcuni voli speciali di rimpatrio organizzati nelle scorse settimane, tutte le attività sono ferme. I funzionari dell'ufficio immigrazione, che gli hanno fornito generi di prima necessità e una scheda telefonica, raccontano di fargli visita periodicamente per controllare il suo stato di salute.
Ma Ziebat è riuscito comunque a farsi qualche amico: gli incaricati della sicurezza e della pulizia dell'area arrivi si fermano tutti i giorni a chiacchierare con lui, impietositi e incuriositi dalla sua vicenda, degna di un nuovo film. E i loro selfie con il "prigioniero del Terminal" stanno facendo il giro del web.
   

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