Il Sudafrica sta allentando il suo rigidissimo lockdown anti-coronavirus ma, per varie ragioni sottolineate al massimo livello, sta tenendo in vigore due bandi che hanno connotato questa quarantena australe: la proibizione di acquistare alcol e sigarette.
La circostanza viene sottolinea dal sito del New York Times ricordando che le due proibizioni sono parte di "di uno dei più rigidi" confinamenti imposti al mondo. Il mancato allentamento sul tabacco è stato giustificato da una ministra del governo di Cyrill Ramapahosa con timori che il fumo possa favorire il coronavirus. Inoltre, secondo la responsabile della Governance cooperativa, Nkosazana Dlamini-Zuma, "i modi con cui talvolta viene condiviso il tabacco non consentono il distanziamento sociale".
Sotto attacco dell'industria degli alcolici, è stato il presidente Ramapahosa in persona ha difendere l'altro divieto sostenendo che l'alcol è "un ostacolo alla lotta contro il coronavirus": a suo dire "ci sono provati legami" con "il crimine violento, incidenti stradali e altre emergenze mediche in un momento in cui tutte le risorse pubbliche e private" dovrebbero essere destinate a trattare i contagiati di Covid-19, che in Sudafrica sono quasi 9.000 e hanno causato almeno 178 morti. Il governo ha anche associato al bere il "rischio di violenza domestica" durante i prolungati gli isolamenti forzati delle famiglie, ricorda il Nyt riferendosi implicitamente agli spazi ristretti spesso rappresentati dalle abitazioni degli indigenti.
E, per reazione, sta nascendo un mercato nero per entrambi i generi con la tecnica della vendita solo agli amici di chi ci si fida.
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