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Matteo Lepore, il sindaco 'delfino' che guarda a sinistra

Ha 41 anni e negli ultimi anni è stato assessore alla cultura

Sia i suoi sostenitori sia i suoi avversari concordano su un fatto: da dieci anni Matteo Lepore si preparava a diventare sindaco di Bologna. Il percorso per ottenere la nomination del centrosinistra non è stato semplice, con numerosi avversari interni. Fino allo scorso 20 giugno, quando ha vinto le primarie contro Isabella Conti, candidata di Italia Viva che aveva raccolto anche numerosi sostenitori dalle fila del Pd. Da quel momento ha messo insieme una coalizione molto vasta e la sua elezione a sindaco non è più stata messa in dubbio.
    Matteo Lepore compirà 41 anni fra una settimana e da dieci anni fa parte della giunta di Virginio Merola. Strettissimo collaboratore del sindaco, ha ricoperto varie deleghe, fra cui, negli ultimi anni, quelle di cultura e turismo. Da tempo gli è stata cucita addosso l'etichetta del 'delfino', del successore naturale, ma anche del 'sindaco ombra'. È stato infatti un assessore 'pesante' della giunta Merola e ha legato il suo nome soprattutto al boom del turismo che nell'ultimo decennio ha cambiato un po' il volto alla città.
    Fra i suoi sponsor illustri, soprattutto in questa campagna elettorale, oltre al sindaco Merola e al segretario del Pd Enrico Letta, c'è stato Romano Prodi, che gli ha concesso di usare il nome di 'Nuova fabbrica del programma' per il suo cantiere elettorale. "Fare di Bologna la città più progressista d'Italia" è stato lo slogan della sua campagna elettorale. Nei prossimi giorni presenterà la squadra che, come ha annunciato lui stesso, terrà conto del fatto che è automaticamente alla guida anche della città metropolitana, ovvero la provincia di Bologna, che va dagli Appennini alla pianura imolese.
    Da sempre iscritto al Pd, sostenitore nell'ultimo congresso di Nicola Zingaretti, ha relazioni strette con la lega delle cooperative (per la quale ha lavorato prima dei suoi incarichi amministrativi), ma anche con Arci, con il movimento delle Sardine e con alcuni centri sociali, cosa che gli ha creato numerose discussioni con l'ala più moderata del partito. È considerato un esponente della sinistra del partito, guardato con simpatia anche dall'area politica che si trova alla sinistra del Pd. In compenso ha molti avversari interni: la corrente Base riformista, infatti, dopo aver osteggiato in tutti i modi la sua candidatura, ha ritirato i propri candidati dalla lista del Pd, dopo l'esclusione dell'altro assessore, Alberto Aitini, che più di ogni altro aveva osteggiato la sua candidatura. 
   

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