Negli anni '70 era un capellone di sinistra: gli scatti dell'epoca sono molto lontani dal sessantatreenne sobrio e calvo di oggi, diventato il successore della Merkel alla guida della Germania. Ma Olaf Scholz, neo cancelliere tedesco, ha lo stesso sguardo felino del ragazzo di allora. Nato ad Osnabrueck nel 1958, ma battezzato ad Amburgo, Scholz vive a Potsdam. Il nonno era un ferroviere, da studente si impegnò subito come portavoce, a 17 anni entrò nell'Spd, diventando vicepresidente dei giovani socialdemocratici dello Jusos (1982-88), poi dello Youth europeo (1989) e infine deputato nel Bundestag (1998). Prima di impegnarsi nell'amministrazione, Scholz è stato però avvocato del lavoro, per diventare poi senatore ad Amburgo nel 2001 e sindaco nel 2011. Per sette anni ha governato la città anseatica, fra successi - l'inaugurazione della portentosa Filarmonica dell'Elba su tutti - e momenti difficili, come quando al G20 del 2017 la città fu devastata dagli anti-summit e il primo cittadino dovette assumersene la responsabilità. Dal 2017 è ministro delle Finanze (ma la sua prima esperienza in un esecutivo federale risale al 2007, al dicastero del Lavoro). Nella legislatura uscente, Scholz ha gestito la crisi pandemica con pacchetti di risorse più che generosi, che hanno evitato l'ondata di fallimenti tanto temuta in Germania. E si è speso per una forte solidarietà in Europa, sostenendo la strada del Recovery Fund e della mutualizzazione del debito: il tema che dà ancora l'orticaria ai conservatori.