La platea della Cassa dottori commercialisti (Cdc) si è rafforzata, nell'ultimo anno, visto che gli iscritti son saliti dai 69.719 del 2019 ai 70.597 del 2020, con un incremento dell’1,3% nell'arco di un anno. È uno dei dati che risalta dal Bilancio consuntivo dell'Ente professionale, che vede in ascesa pure il numero di pensionati, giunto a quota 8.988, in aumento del 5,3% rispetto alla scorsa annualità. Sulla base di questi dati, la Cdc evidenzia come si "continua a mantenere un ottimo rapporto fra iscritti e pensionati, che si attesta su un valore di 7,9". Analizzando il bacino dei professionisti assicurati, la Cassa presieduta da Stefano Distilli evidenzia una sua "freschezza", poiché il 55% dei dottori commercialisti nei suoi elenchi ha meno di 50 anni, con una netta prevalenza della componente maschile, ma si ravvisano pure "segnali anche di una ripresa della rappresentanza femminile, il cui numero di nuove iscrizioni continua a salire, anno dopo anno". In prevalenza, si legge nel documento, Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio sono le regioni che registrano la maggiore presenza 'rosa'.
Quanto, poi, ai guadagni della categoria professionale, "risulta in crescita il reddito medio dichiarato nel 2020 (relativo all'attività lavortativa del 2019, ndr), pari a circa 67.300 euro (+1,5% rispetto ai 66.300 euro del 2019) mentre il volume d’affari medio si attesa su 118.400 euro segnando un lieve decremento dello 0,6%, rispetto alla media di 119.100 euro del 2019".
Un "segnale positivo", colto da Distilli come elemento di consapevolezza dei dottori commercialisti dell'importanza di alimentare, quando possibile, il proprio 'tesoretto' previdenziale, giunge dall’incremento dell’aliquota media di versamento che, negli ultimi tre anni, è passata dal 12,87% (2018) al 13,2% (2019) fino al 13,34% del 2020.
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CASSA COMMERCIALISTI