"E' un Gabetti che nessuno conosceva. Uno sguardo inedito, una sorpresa". Così il curatore Sisto Giriodi presenta la mostra Roberto Gabetti fotografo, nella Project Room di Camera fino al 23 maggio.
Un percorso espositivo che, attraverso oltre cento fotografie stampate dai negativi originali, ripercorre momenti della vita privata e professionale di Roberto Gabetti - viaggi in Italia e all’estero sulle orme dei maestri dell’architettura, modellini e progetti - esprimendo il gusto per la linea, la forma, il dettaglio, l’armonia, i curiosi accostamenti. Gabetti, scomparso vent'anni fa, è conosciuto per il suo lavoro di architetto, ma ha sempre usato la macchina fotografica - una Leica, probabilmente ricevuta per celebrare il suo ingresso di studente alla facoltà di Architettura - per osservare la realtà circostante, le architetture, gli edifici e l’abitato. "Usava una macchina fotografica non adatta per l'architettura, una scelta controcorrente. Si arrampicava su campanili e torri, a Porta Palazzo come a Venezia. E rifiutava di fotografare qualsiasi edificio moderno", racconta Giriodi.
La mostra, che mette in evidenza il ruolo di Camera nella valorizzazione di patrimoni fotografici tanto ricchi quanto non sufficientemente noti, presenta per la prima volta un’ampia selezione dell’archivio privato della famiglia Gabetti, composto da circa 300 rullini 35mm, per un totale di 5.000 negativi corredati dai relativi provini.
In collaborazione con:
CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia