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La preghiera del Papa, "sulla guerra vinca la pace"

ucraina

La preghiera del Papa, "sulla guerra vinca la pace"

Francesco visibilmente commosso mentre invoca la pace in Ucraina ai piedi della Statua dell'Immacolata in Piazza di Spagna

ROMA, 08 dicembre 2022, 16:06

Fauto Gasparroni

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Papa Francesco ai piedi della Statua dell 'Immacolata - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papa Francesco ai piedi della Statua dell 	'Immacolata - RIPRODUZIONE RISERVATA
Papa Francesco ai piedi della Statua dell 'Immacolata - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino...".La voce del Papa si spezza per l'emozione, si interrompe, quasi non riesce più ad andare avanti. La folla dei fedeli in Piazza di Spagna applaude, sembra voler incoraggiare il Pontefice, condividendo la sua stessa commozione. Sono attimi interminabili, di un'intensità lacerante, con Francesco che sembra portare su di sé tutto il dolore e l'impotenza davanti alla guerra che non finisce, alla sofferenza della popolazione. 

Poi riprende, ancora commosso: "... per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata, che soffre tanto". "Ma in realtà - prosegue il Pontefice - noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio. Grazie, Madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull'odio vinca l'amore, sulla menzogna vinca la verità, sull'offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace. Così sia!".

E' il momento conclusivo della preghiera pronunciata da Francesco nell'Atto di venerazione alla Statua dell'Immacolata in Piazza di Spagna, tornato oggi pomeriggio col pubblico dei fedeli dopo due anni di fermo per il Covid. Il Papa, accolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri in fascia tricolore, vi arriva dopo una visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare davanti all'immagine della 'Salus Populi Romani'. Fa anche deporre alla base del Monumento un cesto di rose bianche. E prima di ripartire per il Vaticano, salutando alcuni giornalisti, spiega i motivi della sua commozione: "Sì, è un grande dolore. Grande... Una sconfitta per l'umanità. Preghiamo eh?".

Che al centro dell'invocazione del Papa vi sarebbe stata la fine della guerra in Ucraina lo si era capito oggi anche dall'Angelus in Piazza San Pietro, in cui Francesco ha chiesto ai fedeli di unirsi spiritualmente a lui nell'omaggio pomeridiano di "devozione filiale alla nostra Madre, alla cui intercessione affidiamo il desiderio universale di pace, in particolare per la martoriata Ucraina che soffre tanto". "Penso alle parole dell'Angelo alla Vergine: 'nulla è impossibile a Dio' - ha detto ancora -. Con l'aiuto di Dio la pace è possibile; il disarmo è possibile. Ma Dio vuole la nostra buona volontà. Ci aiuti la Madonna a convertirci ai disegni di Dio".

Ma non c'è solo l'Ucraina nella preghiera del Papa in Piazza di Spagna. Ci sono anche le preoccupazioni per le tante emergenze sociali. "Dopo due anni nei quali sono venuto a renderti omaggio da solo sul far del giorno, oggi ritorno a te insieme alla gente di questa Chiesa e di questa Città. E ti porto i ringraziamenti e le suppliche di tutti i tuoi figli, vicini e lontani", dice Francesco. "Ti porto le preoccupazioni delle famiglie, dei padri e delle madri che spesso fanno fatica a far quadrare i bilanci di casa, e affrontano giorno per giorno piccole e grandi sfide per andare avanti. In particolare ti affido le giovani coppie, perché guardando a te e a San Giuseppe vadano incontro alla vita con coraggio confidando nella Provvidenza di Dio".

"Ti porto i sogni e le ansie dei giovani - prosegue -, aperti al futuro ma frenati da una cultura ricca di cose e povera di valori, satura di informazioni e carente nell'educare, suadente nell'illudere e spietata nel deludere". "Ti raccomando specialmente i ragazzi che più hanno risentito della pandemia - aggiunge il Papa -, perché piano piano riprendano a scuotere e spiegare le loro ali e ritrovino il gusto di volare in alto".
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